L a parola strategia oggi è eccessivamente abusata tanto che la si trova come complemento positivo a moltissime situazioni.
Ma, che cosa è, in sostanza, “strategia”?
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La parola deriva dal greco e significa la messa in pratica, o “arte” del comandante dell’esercito, appunto in greco “lo stratega”, il condottiero. Il significato è sempre stato utilizzato in ambito militare dove trova la sua principale applicazione pratica.
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Affrontiamo in questo articolo una delle più perfezionate e profonde scuole di pensiero strategico che mai siano apparse al mondo, legata a filo triplo con il pensiero, la cultura e l’antica saggezza cinese.
La strategia è passata dall’ambito militare, nella quale è nata, ad espandersi a tutti gli aspetti della vita quotidiana.
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I libri di cui parliamo in questo articolo possono diventare utili allo stesso modo per chi si occupa di geopolitica, di business, per il lavoro, le arti marziali o semplicemente se ti interessa conoscere in quale modo si possono gestire al meglio i rapporti personali con le persone con cui si entra in contatto e a migliorare il modo di affrontare le situazioni.
I trattati di strategia cinese sono un contributo straordinariamente importante alla letteratura “militare” mondiale e sono una lettura essenziale per chiunque sia interessato al ricco patrimonio culturale cinese o ai principi senza tempo per guidarci al “successo”.
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• 10 libri di strategia cinese
- Sun Tzu , L’arte della guerra
- Huainanzi, Sulla strategia
- Il Libro dei 36 stratagemmi
- I sei insegnamenti segreti di T’ai Kung
- L’arte militare del Ssu-ma
- Il trattato di strategia di Wu-Tzu
- L’arte militare di Wei Liao tzu
- Le domande dell’imperatore al generale Li Ching
- Le tre strategie del duca della rupe gialla
- Gli scacchi di Mao, Scott A. Boorman
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• Un piccolo preambolo sulla strategia cinese
• I 7 Classici della strategia militare
• La Tradizione strategica in Cina oggi
• CONCLUSIONI
• Un piccolo preambolo sulla strategia cinese
“Sottomettere il nemico senza combattere”.
Sun Tzu e il suo libro L’Arte della Guerra sono diventati un riferimento essenziale per gli strateghi e i media occidentali.
Il lavoro è stato sondato in tutti i suoi aspetti, decifrato, commentato, nel tentativo di scoprire non solo i fondamenti dell’attuale pensiero strategico cinese, ma anche chiavi di lettura universali.
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Il pensiero di questo generale cinese del VI secolo a.C. ha un comune denominatore con tutti gli altri trattati che si rifanno all’antica filosofia del Tao: la necessità, per vincere, di costringere il nemico a interiorizzare anticipatamente la propria sconfitta e portarlo così a rinunciare alla lotta ancora prima di iniziarla, vale a dire, l
a ricerca ultima della strategia cinese che consiste nella risoluzione pacifica dei conflitti ponendo e l’uso della forza solo come risorsa estrema.
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La dialettica del pensiero cinese è intrinsecamente connaturata a una questione di equilibrio: essa si basa sul concetto fondamentale del Tao Te Ching:
l’azione suprema, il non-agire (Wu Wei), la “non-azione” o meglio in questo caso il “non-governo”.
Il gioco della complementarietà/alternanza di yin/yang, rappresenta l’emergere di una dinamica continua che si proietta su ogni aspetto della vita umana.
Nei trattati di strategia viene presentata una tradizione di pensiero che enfatizza l’astuzia, l’inganno, la fuga, il sotterfugio contro rivali più potenti; un approccio molto diverso da quello Occidentale, dove i vantaggi della forza bruta hanno oscurato metodi più sottili. La prevenzione, come si dice, è meglio della cura.
Perfino ne i 36 stratagemmi si legge che “il migliore stratagemma è la fuga”, perché quando la forza del nemico è preponderante, la fuga senza perdite appare la soluzione migliore.
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Per questo gli antichi strateghi cinesi convinti della superiorità di queste strategie, funzionari e intellettuali erano sospettosi nei confronti delle armi e della guerra e preferivano coprire i nemici di doni per indebolirli e corromperli, e se non ci riuscivano li mettevano gli uni contro gli altri.
Con la pubblicazione integrale dei grandi trattati di strategia cinese abbiamo cercato di colmare una grave lacuna nella conoscenza del pensiero cinese.
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Questi testi ci aiutano a capire noi stessi – il più importante precetto di Sun Tzu è:
“conosci il tuo nemico, conosci te stesso” -,
e al tempo stesso sono un fondamentale strumento per coloro che amano la Cina e apprezzano la letteratura e la filosofia di questo grande paese.
• I 7 classici della strategia cinese
Il pensiero strategico militare cinese risale a circa 5.000 anni fa e la scienza militare divenne una disciplina apprezzata e studiatissima.
Nel II secolo a.C., la Cina era già passata attraverso 10 secoli di guerra incessante per diventare una “entità vasta, potente, diretta dall’impero”.
Dodici secoli dopo, durante la dinastia Song, gli studiosi raccolsero “I sette classici militari”, la summa del pensiero militare cinese costituito dagli scritti dei loro generali.
I sette classici militari dell’antica Cina (武经七书) furono canonizzati con questo nome durante l’XI secolo d.C.
L’imperatore Shenzong (宋神宗), il sesto imperatore della dinastia Song, stabilì quali testi avrebbero composto questa antologia nel 1080.
Salvaguardati per secoli dalle élite dominanti della Cina imperiale, anche nei tempi moderni questi scritti erano studiati sono solo da una manciata di specialisti occidentali.
Essi conservano i princìpi essenziali della strategia distillati dall’esperienza dei più brillanti condottieri dell’antica Cina, maestri nell’arte militare.
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Questi classici sono:
- Sun Tzu , L’arte della guerra
- I sei insegnamenti segreti di T’ai Kung
- L’arte militare del Ssu-ma
- Il trattato di strategia di Wu-Tzu
- L’arte militare di Wei Liao tzu
- Le domande dell’imperatore al generale Li Ching
- Le tre strategie del duca della rupe gialla
Le lezioni contenute in questi libri furono sfruttate da leader di guerra asiatici come Yamamoto in Giappone, Mao Zedong, così come tutt’oggi vengono letti e messi in pratica da chi riveste ruoli di comando, non solo militari, ma dirigenti di azienda, politici, business man.
I trattati militari menzionati sono stati traslati e utilizzati dalle aziende anche in ambito economico,
e non è raro vedere in un’affollata metropolitana di Pechino o Tokyo qualcuno che studia una delle tante popolari edizioni di questi saggi .
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Spesso si riscontrano problemi di autenticità in quanto i trattati militari furono circondati per millenni da una rigorosa segretezza,
essendo sempre stati considerati dei testi troppo pericolosi da divulgare, ed è uno dei motivi che ha sempre reso molto difficile ricostruire la loro provenienza, la loro storia e spesso anche i loro veri autori.
• La Tradizione strategica in Cina oggi
Come ha fatto la Cina – fino a non molto tempo fa, un paese sostanzialmente indietro con le tecnologie, rurale, a popolazione prevalentemente contadina – a trasformarsi e sviluppare il proprio esercito e la propria logica di sicurezza e tecnologica raggiungendo il potente status militare e tecnologico che conosciamo oggi?
Per rispondere a questa domanda, possiamo trovare delle risposte nei libri qui presentati.
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Partendo da un’incredibile base di testi di strategia gli osservatori della Repubblica popolare cinese scrutano le più piccole dichiarazioni e i minuscoli atti dei propri capi civili o militari.
Dall’era della “dottrina rivoluzionaria” di Mao, a quella di Deng della “dottrina della modernizzazione” e l’era Jiang della “dottrina high tech”, possiamo vedere quanto la filosofia del Tao di “pieno e vuoto – Yin e Yang ” influenzi tutt’oggi l’operare di questa nazione, fino a Xi Jinping.
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I princìpi fondanti della strategia di Mao, per esempio, erano basati sulla convinzione che le persone, non le macchine, conservassero ancora la capacità di combattere e vincere guerre in nome del Partito, poiché, come diceva Mao: “il potere cresce dalla canna del fucile”.
Una frase il cui significato può essere fatto risalire al periodo degli “Stati Combattenti”,
quando il consigliere politico Guan Zhong, per una migliore organizzazione politica e militare dello stato di Qi suggerì che Lord Huan “stabilisse regolamenti all’interno dello stato e insediasse i comandi militari all’interno del governo”.
La frase di Mao, legata all’antica tradizione cinese, ha stabilito un precedente cruciale per l’attuale sviluppo militare della Cina, ovvero l’attuale fusione tra la vita civile e quella militare.
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Durante la presidenza di Hu Jintao è diventato evidente che il processo di modernizzazione dell’esercito era ormai inarrestabile.
In linea con il pensiero strategico del suo predecessore Jiang, Hu Jintao ha rafforzato la linea guida strategica riformulandola in “vincere guerre locali in condizioni informatizzate”.
“Conosci il tuo nemico”
Dal 2012 il nuovo presidente cinese, Xi Jinping, ha cambiato radicalmente la natura delle forze armate della Repubblica in due casi specifici. Prima nel 2013, con la pubblicazione del nuovo Science of Military Strategy, un manuale militare ufficiale pubblicato dall’Accademia delle scienze militari, attraverso il quale il governo centrale ha spiegato la strategia generale di sicurezza nazionale cinese, la natura a cinque dimensioni della guerra e le principali sfide per il nuovo secolo.
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La seconda grande trasformazione è avvenuta nel 2015 con l’emissione del decimo Libro bianco sulla strategia militare cinese.
In questo documento, la precedente “guerra locale in condizioni informatizzate” è stata trasformata nell’apparentemente identico principio strategico di “vincere guerre locali informatizzate”.
Tuttavia, l’idea alla base di questo principio era che la Cina è ora pronta a espandere i suoi sforzi militari oltre i confini nazionali: l’inaugurazione della prima base militare cinese all’estero, a Gibuti, nel 2017 ne è un esempio.
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Oggi il dilemma strategico che deve affrontare la Cina sembra insormontabile.
Può un potere di queste dimensioni continuare a svilupparsi senza apparire come una minaccia?
• I 10 libri di strategia
- Sun Tzu , L’arte della guerra
- Huainanzi, Sulla strategia
- Il Libro dei 36 stratagemmi
- I sei insegnamenti segreti di T’ai Kung
- L’arte militare del Ssu-ma
- Il trattato di strategia di Wu-Tzu
- L’arte militare di Wei Liao tzu
- Le domande dell’imperatore al generale Li Ching
- Le tre strategie del duca della rupe gialla
- Gli scacchi di Mao, Scott A. Boorman
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L’arte della guerra. Sun Tzu
L’Arte della guerra, attribuito a Sun Tzu, è sicuramente il trattato di strategia più famoso e più tradotto al mondo. Vengono esposti in 13 capitoli i princìpi fondamentali di una dottrina bellica improntata all’utilitarismo.
Nonostante il titolo, Sun Tzu ritiene che la strategia perfetta consista nel sottomettere gli avversari senza combattere alcuna guerra, anzi, nemmeno una battaglia.
Sun Tzu dimostra che l’autocontrollo e la preparazione sono fondamentali per manipolare e ingannare l’avversario esaminando tutte le condizioni apparentemente sfavorevoli al fine di saperle trasformare a proprio vantaggio.
Il principio essenziale è di non fare mai affidamento sulla sorte, le circostanze esterne o le debolezze altrui, ma di elaborare attentamente dei piani di difesa che il nemico non possa anticipare.
Il Ventesimo secolo ha riscoperto e applicato l’Arte della Guerra – negli ambiti più disparati tra i quali citiamo in particolare il management, lo sport, il marketing ecc.
→ Vai al libro qui – L’Arte della guerra
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Sulla strategia. Huainanzi
Il Huainanzi, manuale del Principe o Maestro di Huainan, è una notevole opera filosofica cinese del II sec. a.C. ancora poco conosciuta ma di fondamentale importanza per la filosofia e il pensiero in essa contenuti.
Il capitolo XV, Sulla strategia, è dedicato all’arte della guerra e alla gestione del conflitto.
La sua lettura rivela i princìpi fondamentali del Tao così come dovrebbero essere applicati alla strategia militare, fino a giungere alla loro massima espressione: vincere senza combattere.
Come dice il testo, chi è abile nel combattere – conoscendo quelli che sono i fattori in gioco, ovvero le chiavi di armonia e disarmonia – “ottiene la vittoria prima”.
In uno dei folgoranti passi del volume è scritto:
«Chi è abile nell’uso delle armi prima coltiva il perfezionamento in se stesso e poi lo richiede agli altri; prima si rende invincibile e poi cerca la vittoria».
→ Vai al libro qui – Sulla strategia
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Il Libro dei 36 stratagemmi
Gran parte dei libri classici di strategia e di arte militare (si contavano più di un migliaio di titoli) è andata perduta.
Ritrovato su una bancarella da un funzionario cinese Il libro dei 36 stratagemmi è uno dei testi fondamentali delle strategia cinese.
In questa raccolta di inganni si capovolge il punto di vista, si rifugge dalle contrapposizioni frontali e dalle esibizioni di forza, privilegiando tutto ciò che è sorpresa, oscurità, apparente debolezza o posizione svantaggiosa come mezzo per raggiungere i propri fini.
Il libro dei 36 stratagemmi non è un libro di saggezza, non indica la via per diventare un uomo nobile, tutt’altro:
gli esempi tratti dalla storia cinese antica e contemporanea che illustrano gli stratagemmi spesso rappresentano un compendio di astuzie e di ferocia.
→ Vai al libro qui – ll libro dei 36 stratagemmi
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I sei insegnamenti segreti di T’ai Kung
Il trattato del Ta’i Kung ebbe un ruolo fondamentale nella storia cinese: è considerato uno dei più grandi strateghi della storia e l’iniziatore dei trattati militari.
Nei Sei insegnamenti segreti, T’ai Kung propone una figura di sovrano illuminato, che provvede al benessere del popolo.
Lo studio delle tattiche militari è subordinato in realtà alla creazione di uno stato ben ordinato; infatti, per quanto sia paradossale, nonostante le continue minacce i sovrani cinesi tendevano a evitare l’opzione bellica e i conflitti aperti, preferendo sommergere i nemici di doni per indebolirli e corromperli, e quando non ci riuscivano, li mettevano gli uni contro gli altri.
Solo migliorando le condizioni della popolazione questa seguirà la volontà del sovrano e formerà un corpo militare efficiente, unito e leale. I princìpi fondamentali espressi da questo testo antichissimo sono una preziosa chiave interpretativa della concezione cinese dello stato.
Analizzando il Tao della vittoria, il loro autore svela i metodi per analizzare l’avversario, le situazioni e risultare vincitori.
→ Vai al libro qui: → I sei insegnamenti segreti di T’ai Kung
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L’arte militare del Ssu ma
Ssu-ma letteralmente significa “comandante dei cavalli” e con il tempo questo titolo passò a indicare il generale, cioè il ministro della guerra per antonomasia.
Il Ssu-ma non privilegia l’esposizione delle tecniche di guerra o della strategia,ma analizza i sistemi migliori dell’amministrazione militare per organizzare l’esercito nella maniera più efficiente e farsi obbedire dai propri soldati fino alla morte, basandosi su princìpi di benevolenza, integrità, lealtà, a cui si devono aggiungere l’autocontrollo e la più rigorosa disciplina.
L’arte militare del Ssu ma che ci è pervenuta, è solo una minima parte di un’opera molto più vasta, dal momento questi cinque capitoli sono gli unici dei 155 che comprendeva. Confrontato con gli altri testi, resta un libro controverso e, in un certo senso, enigmatico.
→ Vai al libro qui: → L’arte militare del Ssu ma
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Il trattato di strategia di Wu-Tzu
Wu Qi, ovvero Wu-Tzu, è citato come esempio di intransigenza e di autorità in un altro famoso trattato militare, → L’arte militare di Wei Liao-tzu.
Wu-Tzu fu considerato il più grande stratega militare della Cina antica, e al contrario di Sun Tzu le notizie storiche sulla sua vita sono ampiamente documentate.
Le sue misure autoritarie, espresse in questo trattato, rivolte a rafforzare lo stato e l’esercito, avevano suscitato l’opposizione della nobiltà e dei letterati confuciani; la biografia di Wu Qi è piena di contraddizioni e spesso viene presentato in toni sfavorevoli e fortemente critici, probabilmente intese a screditarlo.
In ampio contrasto con le critiche a lui rivolte, il presente testo è incentrato sulla benevolenza, la lealtà e le altre virtù per raggiungere la risoluzione di aspetti critici degli affari militari.
Questo trattato si inserisce nel contesto storico della dinastia Han, dove l’organizzazione statale cinese raggiunse la sua piena espansione, feconda di straordinari sviluppi e di progressi a tutti i livelli (anche un grande potenziamento tecnologico).
→ Vai al libro qui: → Il trattato di strategia di Wu-Tzu
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L’arte militare di Wei Liao tzu
Wei Liao tzu probabilmente non fu un comandante militare ma un teorico della strategia; eppure, la sua competenza e le sue conoscenze erano eccezionalmente profonde pur non derivando dall’esperienza sul campo.
Con molta propbabilità fu un allievo del Signore di Shang (Shang Yang o Wei Yang, 390 – 338 a.C.), il grande statista del regno di Ch’in che, all’epoca degli Stati Combattenti, con le sue riforme trasformò il piccolo stato in una grande potenza e riuscì nel 221 a.C. a unificare la Cina.
In questo manuale sono citati molti altri trattati importanti, tra cui L’arte della guerra e I sei insegnamenti segreti di T’ai Kung.
L’arte militare di Wei Liao-tzu è diviso in due parti: la prima ha un carattere più filosofico e strategico (con fondamenti confuciani); la seconda si concentra soprattutto su questioni di organizzazione militare. In questo caso Wei Liao-tzu vede il sovrano come il paradigma della virtù nello stato.
→ Vai al libro qui: → L’arte militare di Wei Liao tzu
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Le domande dell’imperatore al generale Li Ching
Li Ching (571-649) fu uno dei massimi generali della dinastia T’ang. La dinastia T’ang, impresse alla Cina una straordinaria espansione militare, politica e culturale.
Fu un’epoca di sviluppi senza precedenti, e l’imperatore T’ai-tsung ne fu il primo artefice. Volendo passare alla storia come figura esemplare di “principe illuminato’’ fece elaborare le cronache delle discussioni da lui sostenute con i propri ministri
Le conversazioni con il generale Li Ching (Li Jing), appartengono a questa tradizione. Le strategie discusse tra T’ai-tsung e da Li Ching in quest’opera si basano sull’esperienza personale alla guida dell’esercito e sul campo di battaglia.
Diversamente da altri trattati, non si discute di princìpi teorici o elaborazioni concettuali.
Nonostante le controversie sulla sua autenticità, è sempre stato considerato in Cina uno dei trattati principali dell’arte della guerra.
→ Vai al libro qui: → Le domande dell’imperatore al generale Li Ching
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Le tre strategie del duca della rupe gialla
Si tramanda che questo trattato sia stato composto da Chiang Shang e T’ai Kung, di cui abbiamo pubblicato le famose I sei insegnamenti segreti di T’ai Kung.
Dopo che gli fu concesso come feudo il regno di Chi’i, T’ai Kung si ritirò dall’esercito e, secondo la tradizione, insegnò ai suoi seguaci i princìpi filosofici, amministrativi e militari a cui si era ispirato.
Probabilmente qualcuno dei discepoli del T’ai Kung, in seguito, raccolse in questo libro.
Questo spiega lo stile più immediato rispetto al precedente trattato, così come l’assenza di discussioni militari particolarmente rilevanti, essendo stato composto in un periodo di pace.
Un’altra fonte invece, lo storico Sima Qian, stabilisce uno stretto legame tra le Tre strategie e il generale Chang Liang degli Han, nemico del regno di Ch’in, affermando che il generale incontrò un giorno un vecchio taoista – Huang Shih-Kung (“Duca della Rupe gialla”) – il quale, dopo averlo messo alla prova, gli consegnò un prezioso libro di strategia dicendogli che T’ai Kung ne era l’autore.
Alcuni studiosi ipotizzano che l’autore fosse un discendente di T’ai Kung, ma non escludono nemmeno che Huang Shih-Kung sia l’autore effettivo dell’opera, la qual cosa potrebbe spiegare la netta impronta taoista del linguaggio usato.
→ Vai al libro qui: → Le tre strategie del Duca della rupe gialla
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Gli scacchi di Mao
In chiusura citiamo anche questo testo che mettiamo a complemento degli grandi trattati di strategia, per la sua tesi affascinante, nella quale viene presentata la possibilità che un antichissimo gioco cinese, il wei-c’hi – meglio noto con il nome giapponese di «go» – possa aver costituito un modello concettuale (ma messa in pratica) per l’azione politico-militare del Partito Comunista di Mao Zedong.
Si possono riconoscere nella strategia operativa di Mao, che utilizzò per avere successo nella guerra popolare, i princìpi degli scacchi cinesi wei-c’hi : il principio della difesa attiva e il principio della guerra prolungata.
In questo libro si spalanca uno scenario interpretativo di straordinario interesse, che connette in maniera magistrale il «wei-c’hi» o «go», all’azione strategico-politica di Mao, grazie all’analisi delle mosse dell’esercito cinese con gli schemi della scacchiera del wei-c’hi.
→ Vai al libro qui: → Gli scacchi di Mao
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CONCLUSIONI
Dalla prefazione del volume Sulla strategia di Huainanzi:
“Se i princìpi che regolano l’universo si fondano dunque su questa dinamica e se sono gli stessi che regolano quelli umani, risulta evidente che un manuale di guerra altro non è che un trattato sulla pace nel quale la prospettiva massima è quella di vincere senza dover incrociare le armi, rendendo così l’azione di guerra perfettamente inutile.”
Il conflitto non è altro che la tensione allo spasimo per la ricerca di un equilibrio.
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Sun Tzu – L’art della Guerra – Regole strategiche – Infografica
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La casa editrice Luni nasce nel 1992 con lo scopo di diffondere le idee che animano la riflessione italiana rendendo disponibili e accessibili al pubblico italiano molti testi del mondo Orientale spesso introvabili.
Sono così entusiasta di leggere questo. È meraviglioso!!