Era stato inviato speciale de «Il Giornale»
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Articolo tratto da: Libero luglio 2022 (qui il link)
di Egidio Bandini
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U n destino comune e beffardo lega il violinista cieco Augusto Migliavacca, autore della famosissima, omonima mazurca variata, uno dei brani musicali più eseguiti al mondo, al grande giornalista e inviato Beppe Gualazzini, primo e ineguagliato biografo di Giovannino Guareschi. Migliavacca morì quando il 27 gennaio 1901 a Milano moriva Giuseppe Verdi; Gualazzini muore lo stesso giorno di Eugenio Scalfari. Così, nel 1901 nessuno si ricordò del povero violinista e oggi nessuno (se non qualche giornale locale) si ricorda di Beppe Gualazzini.
E dire che Beppe era un cronista di razza, uno di quelli che lo scoop ce l’hanno nel Dna.
Inviato nei luoghi più pericolosi e lontani per il Giornale (di cui fu tra i fondatori), tornava in Italia e lo si rivedeva, sempre più di rado, nei dintorni di Parma; noi amici sapevamo che sarebbe arrivato perché prima di lui si vedevano i baffi, nerissimi, sensibili come quelli dei gatti.
Forse da quella sorta di “vibrisse” veniva la sua straordinaria capacità di intuire, cogliere e raccontare in modo inarrivabile la notizia: quella giusta, che i lettori aspettavano con ansia.
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A CAVALLO DEL CANNONE
Così scriveva Beppe su Facebook del suo amico e collega Egisto Corradi: «Il più grande tra gli inviati speciali di tutto il mondo, Egisto Corradi. A partire dalla guerra del Kippur in Israele l’ho seguito in altri conflitti. Alla sua maniera, reduce da dieci anni di Vietnam, si faceva autostop ai carrarmati che andavano al fronte finché uno ci permetteva di sederci all’esterno, mettendoci a cavalcioni sul cannone. E via fino in prima linea. Sempre in prima linea, che Egisto ciò che poi scriveva voleva viverlo di persona, quando e dove accadeva. E quante bombe, mitragliate, e feriti, e morti attorno a noi.
“Sapessi quanto io odio la guerra”, mi diceva, “voglio, devo guardarla nelle sue viscere per farla odiare anche da chi mi legge. Niente di più stupido, bestiale, orrendo e purtroppo mai sradicato nell’animale uomo”».
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L’ULTIMO LIBRO
L’ultimo libro Beppe lo ha pubblicato nell’aprile 2021: Il furente Giovannino, vita e vitaccia di Guareschi (con i suoi don Camillo, Peppone e quelli del Mondo piccolo) per Luni Editrice.
Mancherai, Beppe, mancherai a tuo figlio Marco, straordinario fotoreporter giramondo con il tuo stesso amore per le situazioni rischiose; mancherai ai tuoi lettori, entusiasti nell’accogliere quel Furente Giovannino e mancherai a noi, ai tuoi amici che, da un bel pezzo, ti aspettavano di ritorno nella Bassa.
Eravamo d’accordo per una merenda culatello e lambrusco, appena fossi tornato qui da noi. Senza dite non sarà lo stesso, ma stai tranquillo: noi ti aspettiamo. Fai con calma e, anzi, aspettaci tu: abbiamo l’eternità davanti. Ciao, Beppe!
Il libro: → Il Furente Giovannino. Vita e vitaccia di Guareschi
La casa editrice Luni nasce nel 1992 con lo scopo di diffondere le idee che animano la riflessione italiana rendendo disponibili e accessibili al pubblico italiano molti testi del mondo Orientale spesso introvabili.
Ho incontrato il grande collega Beppe Gualazzini nel Biellese oltre vent’anni fa.
Ci ritrovammo a cena al Ristorante Fontana San Rocco di Crevacuore.
Mi parlò del suo impegno letterario nei confronti di Guareschi, delle sue passioni automobilistiche e quindi della professione di inviato di guerra sui fronti caldi del mondo.
Un importante testimone del nostro tempo che non dovrebbe essere dimenticato per la sua professionalità e per i suoi interessati libri.
Grazie per la sua testimonianza