De Felice Renzo

E bbe (1929-1996) come maestri Federico Chabod e Delio Cantimori; dopo i primi studi sul giacobinismo, passò a occuparsi prevalentemente di fascismo. Iscritto al Pci, ne uscì nel 1956 in seguito ai fatti di Ungheria. Ha insegnato alle università di Salerno e alla Sapienza di Roma.
Nel 1970 fondò «Storia contemporanea», edita dal Mulino. Fra le varie collaborazioni giornalistiche si segnalano, dal 1968 al 1972 quella al «Corriere della sera», diretto da Giovanni Spadolini, e dal 1974 a «il Giornale nuovo» di Indro Montanelli.
È ormai nota l’influenza che Renzo De Felice ha avuto nella storiografia sul Novecento italiano.
Lo storico romano ha innovato profondamente l’approccio allo studio del fascismo, passando da una lettura moralistica, manichea e demonizzante a una lettura problematica e complessa, basata, per la prima volta, sull’accurata analisi dei documenti dello Stato, dei carteggi dei protagonisti, della documentazione più varia al fine di realizzare una storia – mai definitiva – dell’Italia nel periodo fascista.
Tra le sue opere principali, oltre alla biografia di Mussolini (7 volumi, Einaudi 1965-1997), si ricordano: Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo (Einaudi 1961), Italia giacobina (Esi 1965), Le interpretazioni del fascismo (Laterza 1970), Intervista sul fascismo (Laterza 1975), D’Annunzio politico 1919-1938, (Laterza 1978), Ebrei in un paese arabo (Il Mulino 1978), Rosso e nero (Baldini & Castoldi 1995).