Giacomo Casanova, biografia del celebre avventuriero e seduttore

 

V i presentiamo qui Giacomo Casanova le cui sue gesta sono state da lui stesso descritte con grande dovizia di dettagli nella sua autobiografia Storia della mia vita e le quasi 5.000 pagine hanno una freschezza e una piacevolezza di lettura tale da farci amare profondamente il 1700.

 

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Giacomo Casanova, seduttore e grafomane

 

 

 


 

 

 Le Memorie di Giacomo Casanova si aprono con questa confessione di intenti:

“Presento la mia vita dichiarando che ciò che ho fatto di buono è merito mio, e i miei errori li ho fatti io: sono libero e responsabile”.

 

 

 

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Giacomo Casanova (Venezia, 2 aprile 1725 – Duchov, 4 giugno 1798), fu scrittore, poeta, diplomatico, filosofo, agente segreto e diplomatico, massone, alchimista, avventuriero, seduttore, cittadino della Repubblica di Venezia…

Le sue gesta sono state da lui stesso descritte con grande dovizia di dettagli nella sua autobiografia Storia della mia vita e le quasi 5.000 pagine hanno una freschezza e una piacevolezza di lettura tale da farci amare profondamente il 1700 e considerarlo come l’ultimo dei grandi secoli nei quali aveva ancora, forse, un senso, vivere una vita “spericolata”.

 

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Casanova fu autore di decine di libri, libretti, repliche e discussioni, tra i quali uno è considerato il primo bestseller della storia: La storia della mia fuga dai piombi, la cui descrizione accurata è contenuta nel volume III della Storia della mia vita.

 

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La fama mondiale che Casanova ormai ha assunto nella letteratura e nella cultura popolare, da diversi secoli, si deve al racconto della sua vita straordinaria: le sue Memorie sono l’unico affresco di vita giunto a noi degli ultimi 500 anni:

non sono un resoconto storico, non narra di fatti specifici, ma racconta dell’intera Europa, delle persone che conobbe – filosofi, scrittori, Re, regine, Imperatrici, Papi, e poi duelli, donne, il vizio del gioco, musicisti come Mozart, e il sogno dei suoi amori e conquiste…

– in pratica, si direbbe oggi, un “film in dissolvenza” su un secolo intero, l’ultimo “spensierato” prima dei grandi rivolgimenti dei quali egli stesso, da vecchio, potè vedere solo i barlumi d’inizio (indipendenza degli Stati Uniti, 1776; Rivoluzione francese, 1789 e la fine della Repubblica di Venezia, 1797, solo per citare i fatti più significativi).

 

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Casanova ebbe l’intraprendenza di viaggiare ai suoi tempi per quella che allora non era l’Europa di oggi, ma stati sovrani, con dogane, controlli, balzelli, leggi tutte differenti, e l’Italia, era una specie di scommessa con il destino: carrozze ballonzolanti e scomodissime, banditi che assaltavano e uccidevano senza timore, lupi e strade che non esistevano, guerre e scorribande di militari senza padrone…

Casanova ebbe anche la capacità, l’audacia e la possibilità di conoscere e avere a che fare con tutti i grandi uomini del suo tempo:

la Storia della mia vita è costellata come un firmamento dagli incontri con i grandi protagonisti del secolo con ebbe relazioni dirette e personali: da Voltaire, a Goethe, Mozart, Jean-Jacques Rousseau, Cagliostro, Clemente XIII, Benjamin Franklin, Madame de Pompadour, Benedetto XIV, Caterina II di Russia, Federico II di Prussia e moltissimi altri.

 

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Fra corti e salotti, intrighi, grandi guadagni e folli spese, Casanova si erse con fascino e furbizia unite alle grandi doti di seduttore (per lui sedurre era come respirare, fossero donne da amare o nobili a cui generosamente dare i suoi suggerimenti), come consigliere e “persuasore”, facendosi spesso “adottare” da questo o quell’altro nobile o protettore, frequentando tutte le Corti aristocratiche europee, entrandovi come grande conoscitore d’arte, talvolta alchimista o come grand connaisseur del mondo (come difatti era), intrattenendo con le sue celebri e incredibili storie: principesse, re, regine ma anche lo stesso popolo.

 

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Giacomo Casanova viene tuttavia principalmente ricordato per la sua vita di passione amorosa a dir poco movimentata.

Il suo nome è quasi sempre associato all’arte della seduzione e a una vita all’insegna dei piaceri e del libertinaggio, riuscendo nell’intento – non voluto, ovviamente – di coniugare il proprio nome al raffinato seduttore e libertino per antonomasia.

Sfatiamo la leggenda che Casanova sia stato un “Don Giovanni”:

Don Giovanni non amava le donne, le usava, ne godeva le grazie ma le gettava via senza pensarci. Casanova all’opposto, amava profondamente le donne con cui stava, si innamorava e ne soffriva le pene d’amore come un vero innamorato; se doveva incontrare una spasimante, giorni prima faceva addirittura allestire il pranzo che avrebbe fatto per verificare se tutto era perfetto, poi i regali, le attenzioni che riservava alle sue amanti…

 

 

 

Questi amori passionali o platonici, (pare più di 140 donne) sono all’origine di infinite felicità e disgrazie per Casanova, e come un fil rouge i rapporti che ebbe coinvolgono il lettore dall’inizio alla fine delle Memorie, seguendo e accompagnandolo nelle sue avventure.

 

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Come non era raro all’epoca, Casanova, a seconda delle circostanze, utilizzò nomi più o meno fittizi, come barone o conte di Farussi (il cognome da nubile di sua madre) o Chevalier de Seingalt; adoperò anche pseudonimi per le amanti d’alto rango, alterando in questi casi date e luoghi (poiché spesso si trattava di donne sposate e alcune sono citate con le iniziali) o semplicemente adottò nomi di fantasia per proteggerle e celarle.

 

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Casanova scrive la Storia della mia vita (traduzione integrale condotta sul manoscritto ritrovato e conservato alla Bibloteca Nazionale di Francia – Luni Editrice), ormai anziano, isolato nel castello di Dux, in Boemia, grazie all’aiuto del suo ultimo protettore, si descrive in modo sincero, quasi distaccato.

Quando scrive le sue Memorie sono ormai passati molti decenni dalle vicende che ha vissuto.

Si racconta privo di pentimento o rimorso; è sincero riguardo ai suoi difetti, intenzioni e motivazioni, e condivide i suoi successi e fallimenti con buon umore e grande stile. E scrive in francese, lingua che padroneggiava benissimo e che reputava la più adatta alla diffusione delle sue avventure.

 

Storia della mia vita. Giacomo Casanova. L Abatino

→ Storia della mia vita. Giacomo Casanova. L’Abatino, volume I

 

La Storia della mia vita è un inno alla libertà e al vivere la vita quasi come un assetato cerca l’acqua: sempre al massimo, sempre in cerca di risposte e incontri che possano cambiare il corso della vita, tra alti e bassi – è ovvio che sia così –, una storia di tante storie che ha dell’incredibile e che, nonostante la lunghezza,

si legge d’un fiato e ci dona l’unico grande affresco vibrante del Secolo dei Lumi, del quale, probabilmente, Giacomo Casanova fu uno dei “Lumi” più brillanti.

 

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Seduttore e scrittore

 

Sul valore letterario e la validità storica dell’opera di Giacomo Casanova si è discusso moltissimo nel corso di questi ultimi due secoli, ma una netta distinzione va fatta tra la sua opera autobiografica e il resto della sua produzione letteraria e filosofica.

Malgrado gli sforzi per emergere come letterato, storico, traduttore, filosofo o addirittura matematico, Casanova non ebbe in vita nessuna notorietà e nessun riconoscimento per la propria produzione intellettuale.

Casanova mal tollerava le sue creature autobiografiche e il loro successo, ritenendo che se un successo doveva esserci sarebbe dovuto essere attribuito alla sua altra produzione letteraria.

Il romanzo Icosameron, una delle prime vere opere di fantascienza utopica, testimonia il fallimento della sua produzione letteraria: quando lo pubblicò a Praga nel 1787 nessuno gli prestò grande attenzione. Invece è oggi riconosciuto quasi come il vero iniziatore del romanzo moderno, un secolo prima della famosa Madame Bovary.

 

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Il primo vero successo editoriale lo ottenne nel 1788 con la pubblicazione de L’Histoire de ma fuite des prisons de la République de Venise, in lingua francese e in italiano Storia della mia fuga dai Piombi, che ebbe una diffusione immediata in varie edizioni, sia in italiano che in francese, che lo fanno diventare il primo vero best seller della storia dell’editoria.

 

cella giacomo casanova prigione i piombi venezia

Cella di Giacomo Casanova nella prigione di Palazzo Ducale, I Piombi

 

Ma il grande successo per l’opera autobiografica, tardò ad arrivare, e si manifestò in tempi successivi alla morte dell’autore.

 

Casanova ormai anziano, probabilmente depresso e stanco anche di vivere da recluso lontano dalle vicende del mondo che non solo conosceva ma che aveva costruito lui stesso, iniziò a scrivere le sue Memorie su consiglio del medico, rimettendosi in scena, cercando una volta per tutte di ottenere il successo a cui aveva tanto ambito tutta la vita con le sue pubblicazioni.

 

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L’isolamento, la noia e la vecchiaia degli ultimi anni come bibliotecario al Castello di Dux in Boemia, gli permisero di dedicarsi completamente alla scrittura e concentrarsi senza distrazioni alla sua Storia.

Casanova scrisse più di venti opere tra cui opere teatrali e saggi, e centinaia, se non migliaia di lettere; aveva, quella che si dice, una “bella penna”, ma solo con le sue Mémoires riuscì a raccontare la sua idea di bellezza e di miseria del mondo, proiettando il suo pensiero, la sua filosofia e la sua idea di “costumi” contro la morale comune, nel lettore, raccontandosi in modo incredibile.

Si ha l’impressione di leggere un romanzo d’avventura che però è in realtà è vita.

 

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Histoire de ma vie – Storia della mia vita

 

Giacomo Casanova scrisse la sua biografia, L’Histoire in francese.

Tale scelta linguistica fu dettata principalmente da motivi di diffusione dell’opera, in quanto all’epoca il francese era la lingua più conosciuta e parlata dalle élite d’Europa, e ciò era quanto interessava a Casanova, che il “suo” mondo conoscesse le sue gesta.

Casanova fu uno scrittore di costume “moderno”, non temendo di rivelare situazioni, inclinazioni, attività, trame e confessioni che erano all’epoca, e tali rimasero ancora per più di un secolo assolutamente irriferibili e proibiti.

 

giacomo-casanova

 

La prima bozza delle Memorie fu completata nel luglio 1792 ed egli trascorse i sei anni successivi a rivederla, limarla, sistemarla. Le sue memorie erano ancora in fase di compilazione al momento della sua morte, essendo il suo racconto pervenuto solo all’estate del 1774 dove, ovviamente, si interrompe.

Il manoscritto delle memorie di Casanova fu tenuto dai suoi parenti fino a quando non fu venduto agli editori FA Brockhaus e pubblicato prima in versioni molto ridotte in tedesco intorno al 1822, poi in francese. Il problema principale dell’opera casanoviana fu la sostanziale e incontrovertibile “immoralità”. Lo stesso Brockhaus eliminò delle parti che riteneva immorali e non pubblicabii, a tutt’oggi perdute.

Durante la seconda guerra mondiale, il manoscritto sopravvisse ai bombardamenti alleati di Lipsia.

 

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Per l’edizione definitiva delle memorie si dovette attendere fino a quando la casa Brockhaus decise di pubblicare, insieme all’editore Plon di Parigi, dal 1960 al 1962, il testo originale in sei volumi curato da Angelika Hübscher.

In Italia l’interesse si manifestò tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento.

 

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La prima edizione italiana della Historia della mia fuga dai Piombi fu curata nel 1911 da Salvatore di Giacomo, il quale studiò anche i ripetuti soggiorni napoletani dell’avventuriero e su questo argomento ne scrisse un saggio. Seguirono Benedetto Croce e via via molti altri fino a Piero Chiara.

 

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Oggi, Luni Editrice ha in corso la traduzione integrale in italiano di Storia della Mia Vita come l’aveva concepita Casanova stesso, divisa in 10 volumi (già pubblicati 8) e riporta in vita Casanova, allegro e spettinato, con voce limpidissima, in barba alle alterazioni editoriali, alle condanne capitali, o alle lodi reticenti dei censori che queste fantastiche memorie hanno subito per due secoli.

L’Histoire de ma vie non era mai stata pubblicata senza deformazioni arbitrarie.

 

Autografo-firma-Giacomo-Casanova

 

La traduzione integrale di Luni Editrice è la prima a essere ricavata dall’edizione della Bibliothèque della Pléiade Gallimard del 2013.

Questa traduzione è curata da Serafino Balduzzi il quale ha anche pubblicato un volume (Luni Editrice) intitolato Tradurre la vita, nel quale racconta come egli è riuscito a entrare nel francese di “laguna” di Casanova, rendendo per la prima volta la traduzione in italiano “sincera” (come direbbe Michelangelo), quindi non facendo diventare il francese di Casanova “alto” o travisando e modificando i concetti (come spesso Piero Chiara fece nella sua traduzione), ma restituendoci la limpidezza del linguaggio del nostro Giacomo.

La nuova edizione della Storia della mia vita di Giacomo Casanova, è pubblicata in edizione integrale nei dieci volumi come l’autore aveva previsto, nell’edizione curata da Luni Editrice.

 

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Vi rimandiamo a questo articolo scritto dal traduttore dell’opera, Serafino Balduzzi, dove evidenzia differenze e incongruità con le traduzioni delle Memorie casanoviane: Traducendo Casanova.

 

Storia della mia vita. Giacomo Casanova - Da Parigi ai Piombi

→ Storia della mia vita. Da Parigi ai Piombi. Edizione integrale, volume III

 

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La casa editrice Luni nasce nel 1992 con lo scopo di diffondere le idee che animano la riflessione italiana rendendo disponibili e accessibili al pubblico italiano molti testi del mondo Orientale spesso introvabili.

 


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