Articolo tratto da: Il Giornale maggio 2022 (qui il link)
Luigi Mascheroni
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V enti pagine scarse,
nove capitoletti, alta ironia, una forte disillusione per lo stato della cultura nel nostro Paese e un’invettiva finale contro coloro
«che non posseggono e leggono e studiano buoni libri»: eredi senza onore «rinnegati bastardi» della grande civiltà letteraria italiana.
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Ecco a voi un testo aureo sul culturame nazionale: Le disgrazie del libro in Italia, pamphlet feroce e irresistibile di Giovanni Papini (1881-1956) apparso per Vallecchi nel 1953, ogni tanto ristampato (da Olschki nel 1982, ad esempio), e ora riproposto da Luni editrice con la stessa prefazione che Stampa Alternativa chiese nel 1993 al «Signore dei Librai», Roberto Palazzi (del quale proprio Luni sta preparando, a vent’anni dalla morte, un volume con tutti gli scritti curato da Mauro Chiabrando: siamo sulle 600 pagine e oltre).
Cose notevoli del libricino di Papini.
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Uno: la pagina iniziale, vere concentrato di sarcasmo, sui modi cui gli italiani ricorrono quando vogliono un libro: chiederlo in omaggio all’editore o all’autore, farselo regalare, rubarlo… parassiti che pensano che chi fa cultura, la faccia gratis.
E chissà cosa direbbe Papini della consuetudine attuale figlia dello stesso fraintendimento della parola «cultura» di chiamare scrittori e giornalisti a presentare libri o tenere conferenze o partecipare a convegni e talk show, ma gratis… Se pago il microfonista, o il cameraman, o gli operai che montano il palco, perché non devo pagare l’intellettuale che ci sale?
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Due: la categorizzazione di coloro che non comprano libri. Si parte dagli analfabeti, si passa agli «imbecilli e mentecatti», si arriva ai mondani ottusi e ai politicanti «che si cibano solo di giornali di partito e verbali di congressi» (oggi c’è Twitter).
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Tre: la diffidenza verso le biblioteche pubbliche (il libro è «veramente goduto e spremuto» solo se è di proprietà personale).
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Quattro: l’elenco, fantozziano prima di Fantozzi, dei libri contenuti nella casa dell’italiano medio (libri di cucina, del Lotto, almanacchi, classici spaiati in pessime edizioni…).
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Cinque: l’amara costatazione che «l’editoria è un’industria tra le più meritevoli e tra le meno redditizie».
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Ieri come oggi.
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Il libro: → Le disgrazie del libro in Italia
La casa editrice Luni nasce nel 1992 con lo scopo di diffondere le idee che animano la riflessione italiana rendendo disponibili e accessibili al pubblico italiano molti testi del mondo Orientale spesso introvabili.
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