Viaggio nell’incanto della vita e dell’arte
Giuliano Boccali
Articolo tratto da: Il Sole 24 Ore 12 maggio 2019 (qui il PDF)
– INDO – TIBETICA
– Tibet
– Vita di Buddha
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D opo i formidabili “Indo-Tibetica”in 8 volumi, usciti nel 2017, Matteo Luteriani prosegue puntualmente nella pubblicazione delle opere di Giuseppe Tucci (1894-1984), il grande orientalista italiano cui si devono tesori di scoperte incalcolabili, artistiche e religioso-filosofiche soprattutto.
Un mondo sconosciuto aperto agli occidentali → Indo-Tibetica uscita tra il 1932 e il 1941 (tradotta poi in inglese), ristampata integralmente nel 2017, è frutto delle spedizioni condotte da Tucci tra la fine degli anni ’20 e ’30.
È un’opera di 1.904 pagine (4 volumi in 7 tomi + fascicolo di cartine), concepita per far conoscere un mondo sconosciuto agli occidentali. L’attenzione si fissò su monasteri e opere d’arte, templi e statue, offrendo una documentazione straordinaria anche con le immagini: diventò fondamentale giacché l’invasione cinese del Tibet distrusse molto, facendo diventare l’opera materiale archeologico di studio.
Il libro: → INDO – TIBETICA ( 7 volumi + 1)
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Tibet
Così nei pochi mesi dal principio del 2019 sono apparsi per Luni Editrice → Tibet e → Vita di Buddha.
Il libro: → Tibet
Si tratta di riprese – il primo dei due volumi era uscito nel 1975 presso Nagel, il secondo presso De Donato nel 1967 –, ma certo la pubblicazione oggi di queste due opere appare davvero opportuna, sia per la scarsa circolazione delle edizioni precedenti, le uniche, sia per il grande interesse dei contenuti.
Fra il 1926 e il 1948 Tucci compì infatti otto spedizioni in Tibet, integrate e seguite da viaggi (tre) e missioni (due) in Nepal o in altri Paesi himalayani.
Giuseppe Tucci
A partire dalla quarta in Tibet (1935), ogni spedizione fu seguita dalla pubblicazione dei resoconti scientifici, ma anche dal racconto dei viaggi in tono altamente divulgativo.
Frutto delle ricerche e della produzione così in breve tratteggiate, che hanno pochi eguali fra quelle degli studiosi di ogni tempo e nazionalità, si situa Tibet, lavoro fondamentale per il servizio culturale reso ai lettori e agli specialisti mettendo a disposizione una documentazione iconografica che conserva vestigia oggi distrutte o di ardua accessibilità, documentazione risultante da trent’anni di ricerche dell’Autore.
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Il volume presenta infatti e interpreta scientificamente tutti i materiali da lui raccolti con scoperte casuali o all’interno dei monasteri; il capitolo centrale dell’opera è dedicato alla “genesi dell’arte tibetana” della quale sono messe acutamente in luce le componenti: molte fra queste dovute a influssi esterni, che spaziano dall’Iran all’Asia centrale, dall’India al Nepal alla Cina.
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Vita di Buddha
Molto diverse sono la genesi e l’atmosfera della → Vita di Buddha che pure risulta dai ritrovamenti di Tucci: nel 1957, infatti, egli rintraccia in Pakistan un manoscritto su corteccia di betulla che contiene una vita del Buddha (il “Risvegliato”, l’Illuminato)
«inclusa in un immenso digesto che stabilisce le norme della vita monastica».
Si tratta, in altre parole, del Vinaya, “Disciplina”, di una delle principale scuole del buddhismo più antico, il cosiddetto “Piccolo Veicolo”; come spesso in opere simili, le diverse norme sono illustrate partendo da un episodio della vita del Risvegliato e dei suoi primi seguaci.
Felice dunque l’idea di Giuseppe Tucci di estrapolare dall’enorme testo, il più antico conosciuto contenente una vita del Buddha in sanscrito, appunto la narrazione della sua ultima esistenza “storica”, iniziata con la nascita come principe Siddhartha e conclusa con l’estinzione come Risvegliato nel nirvana assoluto.
Dove il testo del manoscritto appare carente o molto disadorno, Tucci integra felicemente la narrazione ricorrendo ad altre fonti originali.
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Il racconto, preceduto nel libro da un’introduzione assai utile per gli elementi esplicativi e interpretativi, è scandito in dodici episodi principali che ne attraggono altri minori, secondo uno schema già invalso anche sul piano iconografico; così, il volume è riccamente corredato dalle fotografie di sculture
Il libro:→ Vita di Buddha
«di quell’arte che si suol chiamare del Gandhâra nata ai margini nord-occidentali del sub-continente Indo-Pakistano… Coteste sculture sono di fatto la trasposizione figurata delle leggende narrate nel nostro libro». È bene aggiungere che il contributo di archeologi e storici dell’arte italiani in molti modi legati a Tucci e da lui inizialmente guidati è (stato) decisivo sul piano internazionale anche per la conoscenza dell’arte del Gandhâra, in particolare della Valle dello Swat.

Gandhâra Buddha
Sicuramente Tucci ha ragione nell’anticipare in sede di “Prefazione” che le vicende essenziali della vita del Buddha evocata sono il conseguimento dell’Illuminazione e, alla morte, l’accesso al nirvana assoluto.
Tuttavia, per dare conto dell’immaginario e dello stile di quest’opera, destinata originariamente a un pubblico ingenuo e predisposto all’incanto, qui preferiamo ricordare l’episodio che segna la scelta di Siddhartha di abbandonare la reggia paterna, la successione al trono, il popolo che lo adora, la bellissima sposa, il gineceo sfarzoso e il figlio giovanetto, per intraprendere la vita ascetica nella selva.
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Così, allo sguardo ormal distaccato di Siddhartha, le donne discinte e dormienti appaiono inerti come fossero morte, prive di vergogna e ottenebrate dall’ignoranza. E i sommi dèi plaudono alla sua intenzione agevolandone la partenza dal palazzo e dalla capitale. Il principe sveglia il fido scudiero Chandaka e monta il destriero Kanthaka che si muove nella notte senza nitrire con passo sicuro: nessuno infatti deve accorgersi della partenza ad evitare che – secondo gli ordine paterni – sia impedita al futuro Buddha la realizzazione del suo proposito.
Anche il cavallo infatti, come il testo precisa poco avanti, è «partecipe di conoscenza», e in misura superiore agli altri animali che pure ne sono dotati.
Miracolosamente poi, gli yaksha, semidivini geni della vegetazione, sollevano gli zoccoli di Kanthaka «come se fossero loti» e miracolosamente «le porte della città serrate con battenti di pesanti sbarre di ferro, che neppure elefanti avrebbero potuto rimuovere, da se stesse silenziosamente» si aprono: è iniziato uno dei viaggi della conoscenza di più alto valore nella storia spirituale dell’umanità.
La sfida è gigantesca: come Siddhartha stesso dichiara «con voce leonina», il suo proposito è giungere a vedere l’altra riva della vita e della morte, ossia varcare la corrente micidiale delle ri-nascite e ri-morti (il samsara), dissolvendo per sempre il dolore delle esistenze.
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I libri di cui abbiamo parlato:
Sempre di Tucci scopri anche:
→ La traduzione di Scritti di Mencio
La casa editrice Luni nasce nel 1992 con lo scopo di diffondere le idee che animano la riflessione italiana rendendo disponibili e accessibili al pubblico italiano molti testi del mondo Orientale spesso introvabili.
Grande contributo al sapere universale, grande merito di Luni nella sua riproposizione filologicamente corretta.