C ome e quando fu influenzato Utagawa Kuniyoshi, – uno dei più celebri pittori del mondo fluttuante – dallo straordinario romanzo Ming dei 108 Briganti, In riva all’acqua?
Nella prima parte vengono analizzate le tematiche principali del romanzo, nella seconda invece l’influenza che questo ha avuto in Giappone a inizio ‘800.
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• IL GRANDE CLASSICO “FUORILEGGE”
• KUNIYOSHI e IL TATUAGGIO PITTORICO
1. Il grande classico “fuorilegge” – In Riva all’acqua
Lo Shuihu zhuan – In riva all’acqua – noto anche come i 108 Briganti è una delle più importanti opere della letteratura cinese, annoverato tra i quattro “Grandi Romanzi Straordinari Ming”. Che sono:
- Il viaggio in Occidente
- In riva all’acqua
- I Tre regni
- Jin Ping Mei
- Il sogno della camera rossa – ( che va giustamente citato appartiene invece al secolo e alla dinastia successiva, la Qing. Mutato nell’ambiente si ispira nostalgicamente al Jin Ping Mei.)
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Il libro, convenzionalmente attribuito a una figura oscura della dinastia Yuan chiamata Shi Nai’an, prende la forma di una matassa di racconti collegati dalle storie di 108 briganti, figure eroiche che – perseguitate, sfruttate, offese o intrappolate da funzionari corrotti –
si riuniscono in riva alle paludi dei Monti Liang, nella fortezza di Liangshan, nell’attuale provincia di Shandong.
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Nella fantasia dell’immaginario popolare che ne ha plasmato le figure inventandone le avventure, questi 108 banditi sono degli eroi: individui abili e di valore dalle origini più disparate, rappresentanti di tutti i ceti sociali, dai contadini ai militari, dai pescatori ai letterati.
Riunitisi giurandosi fratellanza, spinti alla ribellione dagli ideali di lealtà e giustizia, i briganti non si ribellano contro l’Impero, verso il quale si dichiarano fedeli, ma piuttosto la loro è una lotta patriottica contro la corruzione dilagante e l’ingiustizia che prevale con il potere incontrollato.
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Va sottolineato che gli eroi di In Riva all’acqua non sono uomini normali ma sono reincarnazioni di esseri sovrannaturali e proprio per affermare la loro straordinarietà sono raffigurati con caratteristiche iperboliche, capaci di azioni terribili e allo stesso tempo imbattibili in battaglia.
Nel primo capitolo del volume che fa da prologo, viene descritto come i demoni e gli spiriti, rinchiusi in una fossa sigillata presso un tempio taoista, vengano liberati per caso e si disperdano per poi reincarnarsi.
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Spesso paragonati a dei “Robin Hood” cinesi, tale banda di fuorilegge scatenati, coalizzatasi, trova rifugio su una montagna circondata da paludi selvagge e l’Imperatore, non riuscendo a sconfiggerli, è costretto ad affidare a loro la sicurezza del Paese, facendoli diventare delle “giubbe rosse” governative, in funzione antisommossa e antinvasione.
In realtà i briganti non si schierano esattamente dalla parte del popolo e raramente mostrano benevolenza e compassione, agendo spesso senza scrupoli.
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Le loro storie provengono dalle leggende della cultura popolare e di fatto l’impronta della narrazione orale è molto evidente, a cominciare dalla struttura del romanzo. L’opera originale deve aver ricevuto numerose e consistenti variazioni e quindi difficilmente può essere il frutto del lavoro di un singolo autore come Shi Nai’an, poiché i capitoli risultano spesso stilisticamente molto differenti tra loro.
Più probabilmente fu invece un’impresa editoriale attiva fra Cinque e Seicento (le “gilde letterarie”), a darne la forma attuale, a partire da due centri geografici diversi: Suzhou e Fuzhou.
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La natura della trama del romanzo è episodica, caratteristica questa che lo allontana molto dal concetto di romanzo occidentale.
La narrazione che segue di volta in volta un protagonista diverso, sembra un susseguirsi di storie autonome. Molto particolare è la regia a volo d’uccello che segue un personaggio e lungo il corso della narrazione viene poi abbandonato per seguire il nuovo brigante incontrato, che diverrà a sua volta, con la sua storia, il centro delle nuove avventure, e così via a seguire per tutti gli altri.
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Grazie a questa tecnica, la narrazione è agile e veloce, e diventa a volte molto intricata, considerando che si può incontrare lo stesso brigante in un altro luogo anche a distanza di centinaia di pagine.
In riva all’acqua è considerato un capolavoro e un’opera raffinata molto complessa, scritta da delle penne superlative, perché riesce a dare senso a vicende e leggende narrate a voce da generazioni.
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È difficile quindi cercare di definire lo stile di quest’opera come se riflettesse la visione cosciente e unitaria di un autore ma, nel leggere e analizzare l’opera, bisogna piuttosto tenere a mente che si possono trovare stili differenti e concetti anche in opposizione tra loro.
Oltre a essere un’avventura epica, in essa viene rappresentato un mondo vivace e verosimile della civiltà cinese, con particolare attenzione per l’ambiente urbano, ricco di mercanti ricchi e poveri, prostitute e artisti di strada, monaci e criminali. Gli scambi commerciali non sono mai lasciati al caso, bensì descritti nei particolari e la “moneta” è in continuo movimento tra le mani dei personaggi principali.
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Il libro: → In Riva all’acqua – 2 voll.
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L’influenza di In Riva all’acqua è andata ben oltre i soliti generi di finzione, film, arte e teatro. Le storie forniscono, ancora oggi, un punto di riferimento per codici d’onore, reti sociali ed economiche, società segrete e movimenti politici.
In questo romanzo è rappresentata la “pancia” più profonda del popolo cinese proprio nel momento del cambiamento radicale da una dinastia ad un’altra, la sottile quanto degradante impossibilità dello Stato (rappresentato da un Imperatore senza autorità) di far valere le proprie decisioni al punto di doversi affidare a dei malviventi, dei delinquenti matricolati che, per la loro stessa intrinseca natura, sono a loro volta totalmente incontrollabili.
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È questa la vera Cina, rispetto a quella mitica e fantasiosa del Viaggio in Occidente o a quella della lussuria e del tradimento del Jin Ping Mei: in questo romanzo la gente muore per davvero, i delitti sono accaduti e le avventure pur mitizzate e tradotte dalla vulgata orale in un testo scritto pur rimaneggiato affondano nella realtà storica.
2. Kuniyoshi e il Tatuaggio pittorico
È interessante come In Riva all’acqua abbia influenzato la cultura giapponese quando, nel 1790, la censura del governo, iniziò a reprimere libri e stampe che celebravano i vizi del mondo fluttuante. Il risultato diretto fu che gli editori si concentrarono su storie di fantasia con ambientazioni storiche con moltissima “azione”, e In Riva all’acqua (in giapponese Suikoden) si adattava perfettamente a questo nuovo genere di narrativa storica molto alla moda.
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Nel 1805 lo scrittore giapponese Takizawa Bakin intraprese il compito di realizzare una nuova traduzione e adattamento della storia dei famosi banditi cinesi.
Il libro fu illustrato dal grande maestro Ukiyo-e Katsushika Hokusai.
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L’adattamento giapponese divenne un enorme successo tra la popolazione delle città del periodo Edo, facendo diventare tutto ciò che era connesso al Suikoden improvvisamente iki: cool, di moda. Non c’è da stupirsi che la gente adorasse i Briganti, uomini senza legge che osavano sfidare il potere dominante e costituito, dal momento che l’ordine sociale sotto i Tokugawa era codificato in un sistema di classi ereditarie:
i samurai, i mercanti, gli artigiani e gli agricoltori – una costruzione sociale talmente rigida che un cittadino comune non aveva quasi nessuna possibilità di accedere a livelli superiori della scala sociale.
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Utagawa Kuniyoshi
uno dei più famosi maestri del mondo fluttuante, fu un’artista affascinante in grado di assorbire le nozioni artistiche occidentali, collezionando le stampe e libri importati attraverso l’emporio olandese di Dejima nella città di Nagasaki, integrando le nozioni apprese e riuscendo a inserirle in una tradizione consolidata come quella giapponese.
Egli fu in grado di integrare nelle sue opere alcuni aspetti fondamentali che indicano una stretta familiarità con l’arte occidentale, come la precisa rappresentazione dell’anatomia umana e l’uso intelligente dello “scorcio” per dipingere le figure da diverse angolazioni e in diverse pose.
Quello che è uno degli aspetti più interessanti della pittura giapponese è che in essa la fedeltà alla realtà osservabile non fu mai una priorità, (veniva quasi sempre alterata) ma grazie alla possibilità di conoscere l’arte occidentale e a Kuniyoshi lo divenne.
Il successo commerciale e artistico di Kuniyoshi arrivò nel 1827 quando ricevette una commissione dall’editore Kagaya Kichibei per cinque progetti di una serie pianificata sui 108 Briganti (Tsûzoku Suikoden gôketsu hyaku-hachi-nin no hitori) dei quali oggi se ne conoscono solo 75 modelli.
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Dei 75 diversi eroi di Kuniyoshi inclusi nella serie incompiuta, 15 erano raffigurati con grandi tatuaggi colorati. Prese alcuni riferimenti ai tatuaggi da 4 dei personaggi e li rese una caratteristica essenziale della sua elaborata opera d’arte; molti di questi tatuaggi includono immagini tratte dal mondo naturale: cascate, leoni, serpenti, peonie, scimmie, polpi, pesci, mentre altri mostrano creature e divinità fantastiche.
Sebbene le precedenti stampe di In riva all’acqua furono apprezzate dal pubblico, la serie di Kuniyoshi fu di un così grande successo che stabilì un genere completamente nuovo di incisione – musha -e o “stampe guerriere” – e trasformò i suoi soggetti tatuati in icone di stile.
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In tal modo unì fantasia e arte decorativa creando un nuovo stile mozzafiato di “alterazione” del corpo, andando a influenzare la moda e rendendo popolare il tatuaggio e i tatuaggi “alla Kuniyoshi” divennero in questo modo molto popolari tra le persone delle classi inferiori come operai edili, prostitute e vigili del fuoco.
Il tatuaggio esisteva in Giappone ben prima del periodo Edo, ma si trattava di piccoli tatuaggi di parole o testi.
Con Kuniyoshi viene segnato il passaggio del tatuaggio da semplici caratteri a una forma d’arte molto più elaborata e complessa.
Non solo i tatuaggi che Kuniyoshi ha disegnato per gli eroi sono stati copiati nella vita reale, ma anche gli eroi stessi sono diventati soggetti per i tatuaggi, diventando dei veri e propri simboli pregni di significati riferendosi al grande romanzo In riva all’acqua.
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Conclusioni
Sei un appassionato di tatuaggi? Conoscevi questa storia dei 108 briganti e il loro legame con il tatuaggio giapponese (anche detto irezumi)?
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La casa editrice Luni nasce nel 1992 con lo scopo di diffondere le idee che animano la riflessione italiana rendendo disponibili e accessibili al pubblico italiano molti testi del mondo Orientale spesso introvabili.
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