Dall’Artusi a Gadda, un saggio ripercorre il rapporto tra letteratura e cibo in Italia
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di Giuseppe Polimeni
Articolo tratto da: Repubblica luglio 2022 (qui il PDF)
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B urro, quantum sufficit, non più, ve ne prego; non deve far bagna, o intingolo sozzo: deve untare ogni chicco, non annegarlo. Il riso ha da indurarsi, ho detto, sul fondo stagnato. Poi a poco a poco si rigonfia, e cuoce, per l’aggiungervi a mano a mano del brodo, in che vorrete esser cauti, e solerti».
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Basterebbe la voce di Carlo Emilio Gadda nella ricetta Risotto patrio. Rècipe a farci capire il rapporto degli scrittori con la tavola. Il riso, come gli altri elementi del risotto alla milanese, non è più oggetto, diventa il soggetto del piatto, protagonista della storia. E chi cucina è chiamato a rispettare ogni chicco.
Questione di proporzioni, di equilibrio, come nella prosa, come nel romanzo. Per gustare il legame tra tavola e scrittura oggi possiamo contare sul brillante menu con cui Luca Clerici ci fa scoprire piatti e autori e li imbandisce con garbo e intelligenza, da vero padrone di casa, nelle pagine di Guadagnarsi il pane. Scrittori italiani e civiltà della tavola.
Dal desco dei nobili alla tavola per tutti, passando per l’Ottocento dei caffè, verso un Novecento in cui gli scrittori legano la penna alla nascente produzione alimentare, chiamati a costruire l’immaginario del buon cibo.
Ci sono certo le osterie, e non mancano i ricettari d’autore (su tutti l’Artusi). La tavola non può essere fissa, immobile: luoghi e sapori scorrono sulle pagine degli scrittori in viaggio, da un capo all’altro della penisola, pronti a scoprire e a narrare pietanze e incontri.
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E non può mancare Guido Piovene, che dedica alla sua città un piatto indimenticabile del Viaggio in Italia (1957):
«A coloro che accusano la cucina italiana d’essere elementare rispetto alla francese, dirò che il baccalà alla vicentina, di qualità sceltissima, battuto a lungo con un martello di legno, messo a bagno trentasei ore; tagliato a pezzetti, cosparso di formaggio e soffritto di burro, olio, acciuga e cipolle; cotto poi a fuoco lento; condito ancora di prezzemolo, pepe e latte; è un vero piatto alla francese. Vi bolle a fuoco lento una civiltà raffinata». Soltanto gli scrittori sanno farci gustare veramente un piatto, con lentezza, come è giusto.
Allora lasciatevi ingolosire da questa lettura. Vi alzerete non del tutto sazi, pronti a rileggere dalla prima pagina per cercare nuovi sapori. È quello che fa un libro, un buon libro.
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Il libro → Guadagnarsi il pane. Scrittori italiani e civiltà della tavola
La casa editrice Luni nasce nel 1992 con lo scopo di diffondere le idee che animano la riflessione italiana rendendo disponibili e accessibili al pubblico italiano molti testi del mondo Orientale spesso introvabili.
Letteratura e cibo
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