Musashi – La Via del Ronin
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Musashi – La Via del Ronin

 

Viene tradotto per la prima volta in lingua italiana nella versione integrale il famosissimo romanzo Musashi, di Eiji Yoshikawa. La sua prima versione data più di 30 anni fa, e rappresenta poco più della metà del testo originale.

Il volume, al quale Luni Editrice ha reso l’onore che merita rendendolo fruibile per il pubblico italiano nella sua completezza, è una vera e propria pietra miliare per la conoscenza del Giappone medievale, degli usi e delle cerimonie giapponesi, della vita del grande samurai. Un capolavoro di romanzo ora accessibile a tutti nella sua interezza.

 

di Matteo Luteriani

Articolo tratto da: Samurai (qui il PDF)

 

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musashi

 

D i quanti guerrieri si può ricordare il nome? Leonida con i suoi spartani alle Termopili; Orlando, con la sua durlindana; Lancillotto e Re Artù, con la mitica Excalibur. Potrei citarne ancora pochi altri, ma per noi occidentali, quanti guerrieri ricordiamo dell’Oriente (Cina Giappone India eccetera?). Può darsi che qualche colto lettore dica Arjuna, il guerriero fantastico del Mahabharata che decide l’inizio della guerra fratricida sul suo carro guidato dal dio Krishna stesso.

Ma tutti conoscono un nome, e moltissimi il suo libro: Miyamoto Musashi e Il libro dei cinque Elementi (qui).

 

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Chi era Musashi Miyamoto?

 

Musashi è il guerriero per antonomasia: è un personaggio realmente esistito, non il frutto della creazione letteraria di qualche scrittore, o di qualche eroe presente nei libri mitici della letteratura.

 

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La vita di Musashi è, per chi conosce il mondo orientale e nel nostro caso le arti marziali, oggetto di citazioni costanti. Quante palestre o dojo nel mondo hanno scritto a caratteri cubitali una delle sue frasi:

“cadi sette volte, rialzati otto volte”. 

 

Musashi

Il libro → Musashi 2 vol

 

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Il romanzo Musashi, scritto da Eiji Yoshikawa, viene ora pubblicato finalmente in traduzione integrale in lingua italiana. 

L’Autore, Eiji Yoshikawa (1892–1962) fu uno dei più rinomati scrittori del Giappone moderno: la sua casa editrice, la Kodansha, il più importante editore giapponese e un gigante editoriale, lo considerava il suo autore più importante. Figlio di un samurai, scrittore insaziabile, giornalista, autore di poesie haiku, è stato uno dei più famosi autori del genere romanzo storico.

Yoshikawa iniziò a pubblicare a puntate la vita di Musashi sull’Asahi Shinbun, il quotidiano più prestigioso e diffuso del Giappone, a partire dal 1935 fino al 1939. 

 

Il libro dei cinque elementi - musashi

Il libro → Il libro dei cinque elementi

 

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Il romanzo ebbe un successo enorme, e fu pubblicato immediatamente in volume, dando vita così a uno dei più grandi successi editoriali della storia letteraria del Giappone moderno. Tradotto in moltissime lingue, dalla sua trama sono stati ricavati sette film, in uno dei quali il grande attore Toshiro Mifune interpreta appunto la parte di Musashi. 

I dati tecnici sono i seguenti: il volume è diviso in sette “sotto” libri, precisamente: terra – acqua – fuoco – vento – cielo – sole e luna – la perfetta luce. 

 

 

L’autore ha voluto in questo modo rendere onore ai cinque capitoli del → Libro dei cinque elementi al quale ha aggiunto due titoli, quelli finali.

La vicenda è abbastanza nota, anche per chi non “mastica” di cose giapponesi: sono narrate le vicende di Miyamoto Musashi (1584-1645), il più famoso samurai del Giappone.

La vicenda si sviluppa agli albori del 1600 a partire dalla Battaglia di Sekigahara. Per seguire la sua ambizione di percorrere la “via del samurai” o meglio, la “via della spada”, rinuncia a tutti i suoi averi, abbandona tutto e inizia il suo lungo, solitario cammino, irto di combattimenti mortali (il primo ebbe quando aveva solo 13 anni) fino alla illuminazione, alla comprensione suprema della maestria.

 


Qui puoi leggere dei →  9 Samurai più famosi di sempre


 

 

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Il romanzo di Yoshikawa deve la sua enorme fortuna in Giappone e nel mondo al fatto che parla di un “percorso”, un “viaggio iniziatico” che Musashi percorre nella sua vita. I riferimenti sono moltissimi, anche e soprattutto nella letteratura occidentale, senza dimenticare che Musashi è un personaggio storico e che Yoshikawa ha solo romanzato la sua vita che invece è lo specchio reale di questo “percorso”. L’esempio più classico per noi italiani è il viaggio metafisico di Dante, dall’inferno attraverso il purgatorio su su fino al paradiso, a riveder le stelle.

 

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Quando Musashi incomincia il suo viaggio alla ricerca della via della spada, all’inizio pensa solo alla ricerca della tecnica, perciò affronta in combattimento molti avversari, sconfiggendoli uno dopo l’altro. 

Mano a mano che prosegue nel suo cammino e affina la sua tecnica, si stacca dalla ricerca perfetta di quest’ultima e intraprende un percorso che si apre allo spirito.

 

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L’evento scatenante di questo cambiamento è l’incontro con il vecchio maestro del tempio mentre zappa l’orto:

questi si accorge o meglio “sente” un pericolo provenire da Musashi, che non aveva nessuna intenzione di attaccarlo. Il vecchio maestro si accorge che Musashi è troppo “pieno”, e lo dice al giovane uomo: da quell’incontro Musashi ne esce completamente sconfitto, nonostante non ci sia stato uno scontro fisico, e inizia a rendersi conto del limite della tecnica che riempie e imprigiona la vera mestria dell’arte e della “via”. 

 

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Di notevole suggestione è la descrizione del “non-combattimento” con il maestro di spada Sekikushai,

che gli manda come messaggio e atto di “attacco” un fiore di peonia tagliato dalla sua lama lungo lo stelo:

guardando il fiore Musashi comprende che la maestria non è un atto di mera e pura tecnica, ma ha in sé una profondità di pensiero, di meditazione, di superamento delle banalità del reale che vanno al di là di tutto quanto egli avesse visto fino a quel momento:

egli si rende conto di non essere all’altezza del maestro e si ritira, senza eseguire il combattimento tradizionale, alla ricerca di quella sublime e suprema maestria che pensava di possedere ma che era ancora lontana dalla sua comprensione.

 

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A questo punto la “via” di Musashi subisce un drastico innalzamento di livello: il suo modo di comprendere e praticare la “via della spada” diventa sempre più etereo. 

Il grande messaggio che Yoshikawa ci trasmette e che rende il romanzo così affascinante è che Musashi inizia a “vedere”.

Ciò che prima era davanti ai suoi occhi era la vita, il presente; da ora in avanti Musashi inizia a comprendere la realtà, dalle sue più semplici sfumature alle cose più complesse.

 

Miyamoto Musashi

 

L’incontro con un maestro artigiano, politore di lame e creatore di tazze da the, gli spalanca la porta del comprendere come la maestria non sia appannaggio solo del praticante di spada, ma sia insita in ogni gesto del quotidiano, in ogni manufatto creato dall’uomo solo nel caso in cui chi realizza questo oggetto, però, sia un cercatore supremo della verità:

non importa cosa uno faccia, ma come lo faccia, superando così d’un balzo la tecnica che relega a mero principale mezzo di partenza per ogni iniziativa umana, per giungere alla comprensione della pura e vera maestria, alla “Via”, al Do. 

 

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Nella realtà (fuori di metafora del romanzo), Miyamoto Musashi fu un raffinato e sublime pittore:

i suoi dipinti sono opere d’arte considerati tesoro nazionale del Giappone; il suo testo, Il libro dei cinque elementi, è da secoli studiato come l’esempio pratico di un cercatore di verità, il testamento iniziatico di un illuminato, vero e proprio testo guida di ogni vero studioso e ricercatore. 

 

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Esiste nel romanzo un evento che determina la vera comprensione e illuminazione di Musashi, ma in questo caso chi scrive, come nelle migliori anticipazioni, deve alzare la penna e mantenere il riserbo per permettere al lettore di scoprire da sé, all’interno del volume, questo speciale momento che vale la vita di Musashi stesso.

Quando incontrerà Kojiro nell’ormai più famoso combattimento della storia dei samurai, Musashi aveva già vinto, non aveva bisogno di combattere, perché aveva trovato la sua completezza di uomo e samurai. 

 

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Yoshikawa ci regala uno spaccato di vita davvero incredibile, come se scostassimo il tendone di un teatro ed entrassimo in punta di piedi nel medioevo feudale del Giappone: i personaggi che si susseguono, con i loro pregi e difetti, rappresentano la loro epoca, permettendoci di

oltrepassare i limiti di spazio e tempo per cogliere la bellezza e la finezza di una cultura dedita alla ricerca della perfezione, supporto per l’elevazione del proprio spirito, in contrapposizione all’orrore delle lotte fratricide degli shogun alla conquista del potere per unificare il territorio e creare una nazione. 

 

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Tutti i personaggi sono realmente vissuti, non sono frutto dell’immaginazione dell’autore, il quale ha aggiunto i dialoghi, le descrizioni, le pagine che ci permetto di volare alto e di non riuscire a staccarci dalla lettura inghiottendo forte ogni pagina, pagina dopo pagina, fino alla fine.

Ciò che Yoshikawa è riuscito a fare è descrivere sia dal punto di vista prettamente storico e reale la vita di un ragazzo di un insignificante paese, passare da violento spaccaossa a uomo, e da uomo a samurai illuminato, attraverso tutte le sfumature del vivere il presente.

 

 


 

 

Le differenze tra le due traduzioni Rizzoli e Luni 

 

La prima fondamentale differenza che esiste tra la versione Rizzoli e quella Luni è data dal fatto dell’integralità della seconda rispetto alla prima.

La versione di Rizzoli è stata epurata di almeno (se si vuole dare un peso alle battute), del 40% dall’originale inglese. Il motivo di tali “tagli” è evidentemente dovuto a una mera questione di costi: meno pagine di traduzione da pagare, meno pagine da stampare, prezzo di copertina più basso (quando il libro uscì nel 1985 costava 27.000 lire, pari a 14 euro attuali, per i tempi, una enormità).

Ma non è sulla quantità anche se incide che le due traduzioni vanno confrontate, piuttosto sui contenuti.

Ogni qualvolta il testo originale presentava pagine di grande virtuosismo letterario, ogni volta che l’autore apriva la porta alla spiegazione profonda dell’animo di Musashi o dava descrizioni nelle quali compariva l’essenza dell’arte della spada, la versione di Rizzoli manca di quel pathos che predispone il cuore del lettore alla comprensione intera del romanzo.

 

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Il testo tradotto da Luni (nella eccellente versione di Silvia Galimberti) presenta la caratteristica, ormai propria di questo editore, dell’integralità dei testi originali resi fruibili al pubblico italiano

(ricordiamo di Luni: Il viaggio in Occidente, uscito monco addirittura in due versioni, una sempre di Rizzoli e una di Adelphi dal titolo Scimmiotto, quest’ultimo un vero e proprio riassunto; oppure sempre nell’ambito cinese, In riva all’acqua, uscito anche qui in compendio a mo’ di riassunto da Einaudi nella collana I millenni – pare che la moda del compendio sia un vero e proprio vezzo dei grandi editori, e l’elenco potrebbe essere molto più lungo se si andasse per esempio a compare la straordinaria produzione presente nella francese collana Pléiade di Gallimard messa a fronte degli italiani Meridiani Mondadori, ma questa è un’altra storia da raccontare…).

Per concludere, la traduzione di Luni rende finalmente onore al romanzo di Eiji Yoshikawa a distanza di 80 anni dalla sua apparizione in libro.

 

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⭕   Lascia un commento per ricordare il grande samurai Miyamoto Musashi

Puoi leggere dei Samurai più famosi di sempre in questo → articolo 

 

 

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Musashi

Il libro → Musashi 2 vol

 


 

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