Chiudiamo le scuole!
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Le feroci critiche che Papini lanciò contro il sistema scolastico ed educativo del tempo, rimaste pressoché inascoltate, sono a tutt’oggi ancora attualissime.
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«Bisogna chiudere le scuole! – tutte le scuole. Dalla prima all’ultima. Asili e giardini d’infanzia; collegi e convitti; scuole primarie e secondarie; ginnasi e licei; scuole tecniche e istituti tecnici; università e accademie; scuole di commercio e scuole di guerra; istituti superiori e scuole d’applicazione; politecnici e magisteri. Dappertutto dove un uomo pretende d’insegnare ad altri uomini bisogna chiudere bottega.
Non bisogna dare retta ai genitori in imbarazzo né ai professori disoccupati né ai librai in fallimento. Tutto s’accomoderà e si quieterà col tempo.
Si troverà il modo di sapere (e di sapere meglio e in meno tempo) senza bisogno di sacrificare i più begli anni della vita sulle panche delle semiprigioni governative. Ci saranno più uomini intelligenti e più uomini geniali; la vita e la scienza andranno innanzi anche meglio; ognuno se la caverà da sé e la civiltà non rallenterà neppure un secondo. Ci sarà più libertà, più salute e più gioia. L’anima umana innanzi tutto. È la cosa più preziosa che ognuno di noi possegga. La vogliamo salvare almeno quando sta mettendo le ali. Daremo pensioni vitalizie a tutti i maestri, istitutori, prefetti, presidi, professori, liberi docenti e bidelli purché lascino andare i giovani fuori dalle loro fabbriche privilegiate di cretini di stato. Ne abbiamo abbastanza dopo tanti secoli. Chi è contro la libertà e gioventù lavora per l’imbecillità e per la morte».
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Giovanni Papini (1881-1956), scrittore d’avanguardia del pensiero culturale italiano, fu impegnato nei primi anni dei secolo in una intensa at-tività letteraria; sue sono le riviste «Leonardo» e «Lacerba» e i volumi Il crepuscolo dei filosofi, Gog e Il Giudizio Universale e Le disgrazie del libro in Italia
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