Citrasutra. Trattato sulla Pittura nell’India Antica
Questo volume sui princìpi della pittura dell’India antica è composto da tre testi: Citrasutra, Pratimalakshana (compresi entrambi nel Vishnudharmottara Purana; IV-VII sec.) e il breve Talamana (V-VI sec.).
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Annamaria Dallaporta e Lucio Marcato, curatori del libro, propongono del Citrasutra e del Pratimalakshana una versione basata sulle traduzioni in inglese delle copie del testo sanscrito ritrovate dagli inizi del XX secolo, mentre per il Talamana si sono serviti della traduzione di P.N. Bose del 1926.
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La pittura di cui si parla in questo volume è quella tradizionale hindu, praticata con poche varianti fino al sopravvento della cultura musulmana.
Nonostante nel Citrasutra sia proclamata una sorta di superiorità della pittura sulle altre arti, la consistenza del testo e la sua collocazione all’interno di un Purana suggeriscono che la cultura tradizionale, evidentemente affetta da una residua aniconicità originatasi forse nel Periodo Vedico, abbia riservato alla pittura (e alla scultura) una certa diffidenza limitando così la sua diffusione.
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Dai miti sull’origine della pittura riportati nel Citrasutra emergono importanti considerazioni: la bellezza, ossia l’efficacia della realtà possibile, immaginata e dipinta, poteva (doveva?) essere superiore a qualsiasi bellezza esistente e il pittore, producendola, avrebbe agito per il bene dell’umanità.
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Come per la scultura, l’immagine si doveva formare nella mente del pittore prima di essere espressa nei modi e con la forma adatti a stimolare una ben precisa reazione emotiva in chi la guardava. Se sacra, la pittura doveva promuovere la visione del divino, se profana il coinvolgimento totale.
Le minuziose indicazioni dei testi prevedevano ricadute pesantemente negative su chi le avesse applicate con poco scrupolo: l’insistenza con cui venivano manifestate tali ripercussioni fa presumere che le tre opere avessero avuto uno scopo essenzialmente didattico.
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I Traduttori: Annamaria Dallaporta è laureata in Scienze Geologiche e in Lingue e Letterature orientali (lingua hindi). Lucio Marcato è laureato in Architettura. Da circa trent’anni si dedicano allo studio dell’India antica con particolare riguardo all’archeologia dell’Età del Ferro dell’antico regno del Panchala, partecipando a ricognizioni e scavi.
Oltre a numerosi articoli su riviste italiane, indiane e inglesi, hanno pubblicato: Argomenti di archeologia indiana, Padova, 2004; Archaeological Sites of South Panchala, Delhi, 2005; Kampil – Archaeological Study of a Site in the Ancient Kingdom of Panchala, Delhi, 2011; Vastusñtra Upanishad. Fondamenti della Scultura Sacra nell’India antica, Luni editrice, 2015.
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