Errore dello spiritismo
Verso la metà del secolo XIX nasce in Occidente (giacché l’America del Nord non è, mentalmente, se non un prolungamento dell’Occidente) lo «spiritismo» e, a cavallo dei secoli XIX e XX, lo «psichismo», due porte aperte, con l’«occultismo», sull’abisso di quello che – tradizionalmente – è l’àmbito della «grande illusione».
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Non è casuale che tali pseudo-dottrine dalle pretese più o meno scientifiche o religiose siano apparse in quest’area geografica nel periodo culminante di una confusione mentale che conseguiva all’indebolimento progressivo dell’intellettualità tradizionale.
Esse sembrano concepite, infatti, per cercare di soddisfare, deviandole dal loro scopo normale, le esigenze di coloro che non si accontentano di quell’illusione di conoscenza che può esser data dalla filosofia moderna e dalle «scienze» contemporanee.
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I fenomeni che tali pseudo-discipline prendono in considerazione non sono «inesistenti»; essi possiedono, al contrario, una loro realtà, ma è una realtà inferiore, il cui accostamento è estremamente pericoloso per coloro che lo effettuino con la sprovvedutezza dottrinale che non può non caratterizzare la quasi totalità degli Occidentali.
La causa principale di tale pericolo è la confusione dello psichico con lo spirituale; in tali condizioni il rischio che si corre è, nelle parole stesse dell’Autore, «di perdersi nei tenebrosi labirinti del “mondo inferiore”, cosa di cui troppi esploratori temerari, nonostante i loro titoli scientifici
e filosofici, ci hanno fornito il triste esempio».
e filosofici, ci hanno fornito il triste esempio».
Si può ovviare a questo rischio «solo se si è – com’era l’Autore – guidati da princìpi i quali, per chiunque li abbia compresi, sono di una certezza assoluta», e questi sono princìpi metafisici.
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A tale proposito, dirà ancora l’Autore: «In ogni caso, ci preme ripetere ancora una volta […] che soltanto ponendosi dal punto di vista della metafisica si può provare in modo assoluto la falsità dello spiritismo: non esiste altro modo per dimostrare che le sue teorie sono assurde, ossia che sono pura impossibilità. Tutto il resto sono soltanto approssimazioni, ragioni più o meno plausibili ma mai rigorose e pienamente sufficienti, le quali potranno sempre prestarsi a discussione».
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Errore dello spiritismo è la sola opera scritta in Occidente che getti una luce fra le tenebre del «mondo intermedio»,
che chiarisca come la natura dei fenomeni spiritistici, in sé e per sé, non sia altro che una conseguenza di uno squilibrio psico-fisiologico e che li riduca alla loro dimensione reale, la quale non ha nulla di «soprannaturale», come molti sembrano credere. È un avvertimento per tutti coloro che – anche soltanto per curiosità intellettuale – fossero tentati di accostarsi a certe forze, per difendersi dalle quali nessuno sforzo, invece, sarà mai troppo grande.
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Errore dello spiritismo.
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