Ah, la vecchia BUR! Storie di libri e di editori
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In un’Italia appena uscita dai disastri della Seconda guerra mondiale, ma desiderosa di riprendersi e rinascere dalla crisi economica e morale ereditata dal ventennio fascista.
Oltre alla ricostruzione materiale delle case, delle industrie, delle strade, dei commerci, era indispensabile e urgente una ricostruzione culturale e morale.
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Già nel 1952 l’Unesco definì la BUR “iniziativa di importanza e interesse mondiale”.
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Poi venne il Sessantotto e la contestazione della cultura tradizionale, quindi dei classici, e nel 1965 gli Oscar con la narrativa contemporanea e le copertine colorate. Era cambiato il mondo, era in corso il miracolo economico e l’innalzamento della scuola dell’obbligo alla media.
Anche la BUR doveva cambiare e cambiò. Fu introdotta la narrativa contemporanea, per i classici fu introdotto il testo a fronte e le introduzioni e le note si alzarono di livello. Era nata la seconda BUR. Per definire la differenza tra la prima e la seconda BUR non ci sono parole migliori di quelle di Giorgio Manganelli: “La vecchia BUR assomigliava alla Reclam, l’universale tedesca che esiste tuttora; la nuova prende il tè con la Loeb, con i Classiques Garnier, magari si fa presentare alle Belles Lettres”.
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Queste vicende ci racconta Evaldo Violo, storico direttore della collana dal 1973 al 2002, in una lunga conversazione con Marco Vitale, ripercorrendo, da un’angolazione privilegiata, un buon tratto delle storia dell’editoria italiana della seconda metà del secolo scorso.
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Evaldo Violo si è laureato a Milano con il filosofo Enzo Paci.
Nel 2019 in occasione dei 70 anni della BUR ha curato un volume di testimonianze sulla collana, Io e la BUR. Scrittori, studiosi lettori. New Press edizioni.
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Marco Vitale (Napoli 1958) vive a Milano. La sua poesia è raccolta nel volume Gli anni (Aragno 2018), comprende cinque raccolte di versi ed è tradotta in tedesco (Josef Weiss, 2008) e in inglese (Gradiva Publications, 2020). Ha curato per l’editore Unicopli la collana “Le città letterarie” in cui ha pubblicato nel 2000 la monografia Parigi nell’occhio di Maigret (nuova edizione 2013).
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