Giornale di carovana Vol.2. Brano di un viaggio nel’Armenia, Persia, Arabia e Indostan, Fatto negli anni 1841- 42
Felice De Vecchi, tra il 1841 e il 1842 intraprese, in compagnia del naturalista ed entomologo Gaetano Osculati, un lungo viaggio attraverso le terre del Vicino Oriente: per la via del Danubio e del Mar Nero approdò a Costantinopoli, attraversò la Turchia e, seguendo le antiche vie carovaniere, percorse la Persia da Nord a Sud arrivando a toccare l’India e infine fare rientro per la via dell’Egitto.
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Lo scopo del viaggio fu in primo luogo soddisfare l’innata curiosità e appagare quella fascinazione esotizzante per l’Oriente tipica del XIX secolo. Egli annota nelle pagine del suo diario le fantasticherie di un Oriente sognato che a poco a poco, trasportate sulle acque del Danubio, si fanno esperienza e incontro.
Il racconto, ricco di riferimenti a studi storici e naturalistici ma anche di aneddoti e impressioni, venne parzialmente pubblicato nel 1847 e nel 1854 con i titoli di Giornale di Carovana ed Escursione lungo il teatro della guerra attuale, dal Danubio alle Regioni Caucasiche, due edizioni identiche nel contenuto, che descrivono la prima parte del viaggio: dal Danubio alla Turchia.
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Questi due volumi presentano il frutto del ritrovamento e dello studio del manoscritto originale di Felice De Vecchi e del suo ricco archivio, rimasto ignoto fino al principio del XXI secolo.
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Nato a Milano nel 1816 da una famiglia della piccola nobiltà meneghina, Felice De Vecchi ha interpretato pienamente l’animo del primo XIX secolo: dallo spirito romantico e patriottico alla corsa ai viaggi e alle scoperte in nome di un avanzamento delle scienze e delle arti.
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Tra il 1841 e il 1842 compie, insieme all’amico Gaetano Osculati, l’importante viaggio nel Vicino Oriente che segnerà profondamente l’intera sua esistenza e produzione artistica. Come patriota, prende parte attiva alle Cinque Giornate di Milano; entrato a far parte della Guardia Nazionale subisce, con il ritorno degli austriaci, l’esilio in Svizzera e Piemonte. Indagato e arrestato nel 1853 a seguito dei moti del 6 febbraio, De Vecchi rientra nuovamente nelle fila della Guardia Nazionale in missione a Venafro e a Gaeta tra il 1861 e il 1862, anno della sua prematura morte.
Felice De Vecchi è stato membro della Società Orientale di Parigi, dell’Accademia Fisio Medico-Statistica di Milano, dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti di Bergamo, oltre che socio della Società degli artisti di Milano insieme a Francesco Hayez.
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