Giuseppe Castiglione. Un artista milanese nel Celeste Impero
Rimarrà più di cinquant’anni alla Corte del Celeste Impero, servendo tre fra i più grandi e potenti imperatori della Cina: Kangxi (1662-1722), Yongzheng (1723-1735) e Qianlong (1735-1796), e cercando di inserirsi nella realtà sociale del suo tempo, sia come prete, sia come artista.
*
Castiglione portò con sé tutta la sua maestria e tutte le sue conoscenze tecniche sull’uso dei colori a olio e degli smalti, sui principi della prospettiva geometrica, sull’uso del chiaroscuro e delle luci, e fece propri i linguaggi pittorici cinesi, così lontani e così diversi da tutto ciò che aveva appreso in gioventù a Milano.
*
Cominciò gradualmente a dipingere “alla cinese”: fiori e uccelli, ritratti imperiali, scene di vita di corte, cerimonie e cacce imperiali, battaglie, cani, cavalli…, ma senza mai perdere del tutto il contatto con le sue radici italiane.
Il risultato è una pittura originale e di eccellente fattura, che “parla” in cinese, ma è compresa magnificamente anche in italiano e in qualunque altra lingua occidentale.
*
Tanto Castiglione è apprezzato alla corte cinese, quanto è dimenticato nella sua natia Milano e proprio per ricordarlo a 250 anni dalla morte, autorevoli studiosi della materia hanno offerto i loro contributi alla compilazione di questo volume, ciascuno affrontando il tema da un diverso punto di vista.
*
L’obiettivo comune è stato quello di valorizzare il ruolo di un grande artista italiano, milanese, che, proiettandosi in un mondo “altro”, ha saputo farsi interprete tra le due realtà.
*
*
*
Castiglione porta con sé tutta la sua maestria di artista e tutte le sue conoscenze tecniche sull’uso dei colori ad olio, sui principi della prospettiva geometrica, sull’uso del chiaroscuro e delle luci per dare corpo e materialità alle figure e agli oggetti ritratti.
*
Ma ha ben presente l’insegnamento del suo più illustre confratello di più di un secolo prima, Matteo Ricci (1552-1610) che aveva scritto della necessità di “farsi cinese tra i cinesi” e di come si era inserito nella realtà sociale e culturale della Cina: “In tutto mi accomodai a loro”, indicando l’unica proficua modalità di approccio al mondo cinese del suo tempo, chiuso e diffidente nei confronti di ciò che proviene da altrove.
*
Ringraziamo la Fondazione Prospero Intorcetta Cultura Aperta che ha contribuito alla realizzazione del progetto.
*
Scopri i Classici cinesi
Recensioni