Gli ultimi giorni di Pechino
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Egli è stato “l’uomo giusto al posto giusto”:
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è a Pechino nel momento più importante della storia della Cina, quel passaggio incredibile dal medioevo al presente, assistendo alla guerra dei boxer, la caduta della città di Pechino e la preponderanza degli occidentali nelle decisioni dei paesi dell’Oriente.
Nei ritagli di tempo scrive una quarantina di volumi, alcuni di grande successo, viene eletto all’Académie Française e il Presidente della Repubblica lo insignisce della Legione d’Onore.
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Gli ultimi giorni di Pechino è un diario autobiografico della permanenza a Pechino dell’Autore, di ciò che ha visto, cosa ha potuto fare e comprendere; Pierre Loti da osservatore “senza veli” diviene grande narratore per tramandare a noi occidentali, così lontani da quegli spazi, da quel la guerra, da quegli intrighi ciò che va oltre la mera cronaca:
la vera storia che ha cambiato un mondo e fatto cadere di lì a poco il più grande impero mai esistito sulla terra, l’Impero Cinese.
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Pierre Loti, pseudonimo di Louis Marie Julien Viaud (1850 – 1923) è stato ufficiale di marina, membro dell’Académie Française e medaglia della Legione d’Onore conferitagli dal Presidente della Repubblica.
Viaggiatore instancabile amò profondamente il medio oriente e in particolare Costantinopoli e la Turchia, dove si recò molte volte e vi visse per quasi tre anni.
Fu anche, naturalmente, scrittore:
raccontò dei suoi viaggi e delle sue esperienze in tutti i suoi romanzi, molti autobiografici; Loti si immergeva nei paesi che visitava e amava, ed è questo il segreto della sua scrittura, mai intellettuale ma pregna di sensi e sensazioni, odori, sguardi, rumore, luce; potremmo definirlo con una iperbole, un moderno scrittore d’altri tempi.
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Gli ultimi giorni di Pechino
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