Haiku scelti
La semplicità della forma haiku è uno dei motivi del suo successo, della sua diffusione in Occidente e anche della sua adozione da parte di tanti altri poeti non giapponesi, soprattutto nei paesi anglosassoni.
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Certo, con le sue 17 sillabe, è la forma poetica più breve di tutta la storia della letteratura. È questa semplicità che giunge fino al cuore del lettore, senza peso, senza solennità, senza convenzioni – solo un istante di complicità con chi legge, istante breve ma profondo.
L’haiku vuole rivelare allo stesso tempo ciò che è immutabile, l’essenza eterna delle cose, e il loro essere effimere. È un istante sospeso tra il presente e l’eternità, che vuol rivelare la realtà così com’è, al di là di ogni sovrastruttura discorsiva, retorica, letteraria. La visione così si focalizza su un dettaglio, che però è in grado di esprimere la totalità dell’esperienza del poeta.
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La ricchezza che si cela dietro la concentrazione poetica estrema dell’haiku non è solo l’effetto di una densità emotiva fermata per un attimo dall’intuizione del suo autore, ma ha le sue radici in una tradizione giapponese molto più antica e senza tempo. La semplicità formale nasconde una complessità di riferimenti artistici, storici, religiosi che riempiono di sensi nascosti questi brevi versi.
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In questa antologia sono raccolti gli haiku di poeti che attraversano quasi sei secoli di letteratura giapponese, dal 1400 circa fino all’età contemporanea, autori e autrici, laici e monaci, che sono l’occasione per scoprire, anche solo per un momento, i mille volti di quest’arte poetica così giapponese, eppure così universale.
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Haiku scelti.
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