I bambini senza età
Esiste un luogo, spesso neppure tanto lontano da noi come si possa immaginare, nel quale tutti, svincolati dai formalismi e da inutili quanto dannose forme di competitività, possono ritornare a essere bambini, riuscendo a risvegliare quella «memoria organica» che questa nostra società «dei civilizzati» ha opportunamente soppresso: questo luogo è il Closlieu.
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In questo libro Arno Stern ci parla del Closlieu, il luogo dove «ci si rende liberi», il luogo del «rinchiudersi liberatorio», dove tutti i bambini, piccoli e grandi (per Stern, questi ultimi, sono gli «adulti»), riescono a far sbocciare l’Espressione.
Difficilissimo è trovare parole equivalenti che possano spiegare cosa l’autore voglia dire parlando del Closlieu, della «memoria organica», del plusêtre.
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È proprio con questo libro, frutto compiuto di cinquant’anni di costante lavoro con i bambini di tutte le età e di tutti i paesi, che Stern è riuscito a definire un linguaggio accessibile a tutti; lasciamo pertanto all’autore il compito di far luce su tale geniale creazione:
«Aveva preso un pennello e l’aveva intinto nella sua vaschetta, all’estremità della tavolozza, con la delicatezza di uno strumentista sicuro dei propri mezzi. Perché quel colore? Lo sapeva? Una necessità irragionevole lo ha imposto alla sua mano. Non è stata una scelta, ma l’accettazione della sola possibilità del momento. Avvicinandosi al foglio, il suo gesto obbedisce a un richiamo lontano. Eccolo là, tracciare, lo sguardo su una sottile striscia di colore che si distende sulla carta, uno sguardo passivo che segue il propagarsi del tratto e non lo precede per dirigerlo. Da dove proviene quel richiamo?…»
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