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Giambattista Nasi – I promessi sposi. Commedia in tre atti

22,80

Alessandro Manzoni – Giambattista Nasi
pp. 208
ISBN: 9788879845328
COD: 14011 Categoria: Tag: GTIN: 9788879845328

I promessi sposi. Commedia in tre atti

Alessandro Manzoni pubblicò I promessi sposi a metà del 1827, in tre volumi nell’edizione che è nota come “Ventisettana”.
Le Tre Commedie di Giambattista Nasi seguirono a così breve intervallo la diffusione del romanzo da lasciare stupiti, ma l’ex «modanese» era del mestiere, e rapido nel rimontaggio e nella «dicitura», per cui la scansione narrativa delle Tre Commedie si ristruttura sui corrispondenti tomi della Ventisettana.

 

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La prima “commedia”,

con titolo Lucia e Renzo, mette in scena gli avvenimenti che si svolgono nel «Villaggio», in piazza, nelle case, nella locanda, con un dentro e fuori e una vicinanza che concretizzano al possibile l’unità di luogo. I personaggi ci sono tutti, e naturalmente con osservanza del «rispetto dovuto alla nostra religione»: don Abbondio è spogliato del ruolo parrochiale, e promosso «Console», padre Cristoforo e i suoi confratelli mantengono il saio, ma con professione di «Eremita».

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La seconda commedia

focalizza la vicenda di Lucia, dal monastero di Geltrude al castello dell’Innominato. Renzo viene escluso dall’azione, e le sue disavventure milanesi sono rese note da voci raccolte e riportate dai personaggi in scena. Qui, i molti bravi e i servitori livreati che non parlano, assumono un ruolo significativo.

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Nella terza commedia,
la più sua e forse la più coinvolgente, Nasi collega i due luoghi dell’azione, Milano e il villaggio, attraverso una correzione dei contenuti dell’antigrafo narrativo. Renzo rientra in scena, è a Milano, parla con persone cui Nasi dà nome: Gioconda e Marianna. Poi incontra, prescindendo dai fatti narrati nei capitoli conclusivi della cantafavola, Tonio e Abbondio, entrambi in uscita dalla quarantena. Gli abitanti del villaggio ai piedi del Resegone sembrano trasferiti a Milano. La morale, o meglio l’ultima parola, è di Teresa, la buona mercantessa che Lucia ha incontrato nel lazzaretto: «questa virtù, quantunque spesse volte tribolata, ed oppressa dalle altrui malvagità, resta sempre trionfante, e più bella si mostra allo sguardo comune, quale specchio di soave imitazione».
Scrivendo, non per il popolo ma per «quella classe vulgare» che non sa leggere o non sa capire, Nasi affolla la scena di comparse che non parlano, e di personaggi minori con diritto e atto di parola e di azione, molto più di quanto Manzoni avesse loro riconosciuto.

 

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L’opera del Nasi qui presentata nella sua versione originale è una rarità assoluta:
sconosciuta a tutte le bibliografie e a tutti gli studi, è nei fatti la prima rappresentazione teatrale del capolavoro di Manzoni giunta fino a noi. Si conoscono meno di dieci copie di questo volume e questo lo rende oltre che raro anche preziosissimo. Riuscire a creare stupore intorno al maggior romanzo italiano degli ultimi due secoli è cosa praticamente impossibile, eppure queste pagine riescono a svelare, attraverso la penna di Giambattista Nasi, un Manzoni teatrale inedito.

 

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Alessandro Manzoni pubblicò I promessi sposi nell’estate del 1827 (da cui il nome della prima edizione conosciuta come la “ventisettana”.
La prima riduzione per il teatro conosciuta risale al 1832, un canovaccio probabilmente mai rappresentato. Giambattista Nasi scrisse il testo e lo pubblicò alla fine di settembre/ottobre del 1827, nell’edizione originale in 280 pagine, 3 atti. Vuole dire che ebbe modo di vedere le bozze di stampa se non il manoscritto stesso di Manzoni. Nasi era un autore che si occupava di teatro, e aveva illustri corrispondenti del tempo. Questo libro non è mai stato divulgato o letto da nessuno.

 

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Giambattista Nasi era “modanese”, si occupò di teatro e scrisse varie odi. Il saggio critico di riferimento per la sua figura di uomo e di scrittore è Cinque lettere sulle cagioni dell’odierno decadimento del Teatro comico italiano, pubblicato a Milano nel 1824.
Ogni riferimento alla vita di Nasi, alle sue opere e al rapporto con la “Ventisettana”, è contenuto nella preziosa e dettagliatissima Introduzione al volume curata da Angelo Stella (Presidente del Centro Nazionale di Studi Manzoniani) e da Martina Tordi, a cui rimandiamo il lettore.

 

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Corriere dell’Irpinia 29-4-2018: Recensione del libro

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