Il fascista che disse no a Hitler. Diari
Un personaggio importante, Giuseppe Tassinari, e per certi versi fondamentale, rimasto per oltre settant’anni dalla morte, sostanzialmente nell’oblio.
*
Agronomo di fama internazionale, professore universitario, sottosegretario e ministro dell’Agricoltura negli anni Trenta, impostò le direttive relative alla politica agricola italiana e alle bonifiche, in pieno accordo con Mussolini, un po’ meno con gli altri gerarchi.
Carattere non facile, personalità spiccata, convinto – a ragione – di essere un tecnico di vaglia, fu prescelto dai tedeschi per organizzare nel Nord Italia, dopo l’armistizio, uno Stato fascista soggetto al grande Reich. In un drammatico colloquio con il Führer, il fascista intransigente Tassinari si oppose al tentativo nazista di sottomettere l’Italia, confermando le differenze di fondo tra fascismo e nazismo.
*
Morì nel 1944, prima della fine e della sconfitta.
Ma nel 1950, il ministro Segni, per realizzare la riforma agraria, chiamò quei tecnici che avevano lavorato con Tassinari tra il 1940 e il 1943 all’assalto del latifondo. Segno che la sua capacità intellettuale e tecnica era in grado di superare i cambi di regime.
*
Documenti inediti, curati dalla nipote, Monica Franchi, che sottolineano le capacità tecniche e politiche di una classe dirigente e rappresentano bene le luci e le ombre di un’epoca.
Conclude il volume un inedito apparato fotografico, straordinariamente interessante, sia sulle bonifiche in Italia, sia sulla vita in Etiopia.
*
Giuseppe Tassinari (1891-1944), eminente agronomo, insegnò nella facoltà di agraria presso l’Università di Bologna dal 1925, divenendone poi direttore di Istituto sino alla morte. La sua carriera politica nell’Italia fascista dell’epoca lo portò a essere ministro dell’Agricoltura e delle Foreste al momento dell’entrata in guerra. Autore di più di duecento studi e articoli, si ricordano La bonifica integrale nel decennale della Legge Mussolini (Bologna, 1938) e il Manuale dell’Agronomo (Bologna, 1941).
*
Recensioni