Il libro delle profondità interiori
La maggior parte delle anime è addormentata: il ruolo del Maestro consiste essenzialmente nell’operare un risveglio.
Tutta l’opera di Jalal-ud-Din Rumi tende a questo fine: «Ho studiato le scienze» dice «e ho compiuto sforzi affinché i sapienti e i cercatori e le persone intelligenti e quelli che pensano profondamente vengano da me e io possa esporre loro cose preziose, sorprendenti e sottili: Dio l’Altissimo ha voluto così».
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Il grandissimo poeta fondatore della tarıqua mawlawıya si è sempre rifiutato di fare dell’arte per l’arte: egli ha voluto essere prima di tutto un Maestro spirituale, ed è in questa veste che lo vediamo apparire nel Libro delle profondità interiori. L’intero insegnamento di Rumı porta l’impronta della più grande tolleranza; egli dice infatti: «Se le vie sono differenti, lo scopo è uno solo».
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Fıhi-ma-Fıhi, Il libro delle profondità interiori, unica opera in prosa del persiano Jalal-ud-Din Rumi, è composto da una serie di discorsi in forma di risposte dirette a domande che vengono presentate al Maestro.
È un testo ricco di spiegazioni al di sopra delle righe, silenziose e determinanti, tanto importante che la traduzione letterale del titolo potrebbe suonare pressappoco come C’è ciò che c’è, come se Rumı, con la sua versione in prosa, avesse voluto permettere a tutte le persone di potersi avvicinare al suo profondo pensiero spirituale.
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La bellezza di questo testo è che la sua lettura può essere non consequenziale ma come una raccolta di perle, ognuna delle quali, singolarmente, può dispensare verità.
Gli aneddoti, le sagaci spiegazioni e le interpretazioni delle situazioni della vita che abbondano in questo testo – tutti da leggere con occhio spirituale -, hanno spesso la freschezza e semplicità dei racconti del medioevo e la sicurezza dei profondi insegnamenti dottrinali che questi ultimi contenevano.
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Jalal-ud-Din Rumi (1207-1273), persiano di nascita, dopo l’invasione del suo paese da parte dei Mongoli vagò esule fino a stabilirsi a Konya, in Turchia, dove sotto la dinastia selgiuchide, fondò l’ordine Sufi dei Mawlawı o dervisci danzanti.
È considerato uno dei più grandi santi dell’Islam, e le sue opere, tra cui ricordiamo il famosissimo Mathnawı, poema di 25.000 versi diviso in sei libri, da secoli studiato in tutto il mondo islamico, e l’unica opera in prosa che appunto è Il libro delle profondità interiori (Fıhi-ma-Fıhi), sono caratterizzate da uno stile semplice, musicale e fervente di fede religiosa. La sua opera fu fondamentale per tutto il mondo islamico e in particolare per il sufismo turco-iraniano.
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Il libro delle profondità interiori
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