Il mito dello Zen nell’Arte del Tiro con l’Arco –
L’Autore di questo volume bilingue va a toccare il nervo scoperto di un racconto ormai mitico: la corretta interpretazione di Eugen Herrigel dello Zen in rapporto non solo alla arcieria giapponese, ma all’intera cultura del Giappone.
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I due episodi mistici che si trovano al centro del libro di Herrigel costituiscono dei segnali fuorvianti che emersero negli spazi vuoti creati da una coincidenza tra l’episodio del “bersaglio nel buio” e un equivoco linguistico nella traduzione di “si” tira. Roland Barthes spiegò che questo “vuoto” è il punto di origine della funzione mitica.
L’intenzionalità degli individui e l’ideologia delle società infondono significato a questi spazi vacui, e attraverso questo processo generiamo i nostri miti. Ne Lo Zen e il tiro con l’arco le intenzioni individuali di Herrigel, che andava in cerca di elementi Zen nell’arcieria giapponese, hanno dato vita a un mito moderno.
Dice l’Autore: «Questo scritto chiarisce la natura mitica del libro di Herrigel e il processo attraverso il quale questo mito è stato generato.
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Nel periodo durante il quale Herrigel cominciò i suoi allenamenti, Awa Kenzo stava proprio cominciando a formulare la sua peculiare idea basata su esperienze spirituali personali. Awa stesso non aveva alcuna esperienza dello Zen e neppure lo approvava incondizionatamente. Per contro, Herrigel giunse in Giappone in cerca dello Zen e scelse l’arcieria giapponese come un metodo attraverso il quale avvicinarsi a esso.
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La testimonianza dell’interprete, così come altre prove, dà credito al fatto che i complessi episodi spirituali riportati nel libro sono avvenuti quando l’interprete non era presente o furono male interpretati da Herrigel a causa della traduzione intenzionalmente libera dell’interprete.
Da tutte queste circostanze è nato il mito de “Lo Zen e il tiro con l’arco”».
Lasciamo al lettore la voglia di comprendere come il fumus di alcune idee possa generare incendi e fraintendimenti difficili da spegnere, anche a distanza di così tanti anni.
The myth of Zen in the art of Archery – Testo bilingue: Italiano- inglese
The Author of this bilingual volume touches the raw nerve of a now legendary story: the proper interpretation of Eugen Herrigel of Zen in relation not only to the Japanese archery, but to the culture of Japan. The two mystical episodes that are the heart of the book of Herrigel, are misleadings signals that emerged in the empty spaces created by a coincidence between the episode of “target in the dark” and a linguistic misunderstanding in the translation of “it” shoots. Roland Barthes explained that this “void” is the origin’s point of the mythical function. The intentionality of individuals and the ideology of the society infuse meaning to these empty, and through this process we create our myths.
In Zen and the art of archery Herrigel’s intentions, who went in search of Zen elements in Japanese archery, gave birth to a modern myth. The Author says: «This paper clarifies the mythical nature of “Zen in the Art of Archery” and the process by which this myth has been generated. At the time Herrigel began learning the skill, Awa Kenzo was just beginning to formulate his own unique ideas based on personal spiritual experiences.
Awa himself had no experience in Zen nor did he unconditionally approve of Zen. By contrast, Herrigel came to Japan in search of Zen and chose Japanese archery as a method through which to approach it. The testimony of the interpreter, as well as other evidence, supports the fact that the complex spiritual episodes related in the book occurred either when there was no interpreter present, or were misinterpreted by Herrigel via the interpreter’s intentionally liberal translations.
Out of the above circumstances was born the myth of “Zen in the Art of Archery”».
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