L’arte della guerra di Sun Tzu
L’Arte della guerra è sicuramente il trattato di strategia più famoso e più tradotto del mondo.
Reso noto in Europa nel 1772 dal gesuita francese Joseph-Marie Amiot, fu molto studiato anche da Napoleone stesso e da tutti i comandanti fino alla prima metà del Novecento, e ha fondato le strategie politico-militari delle nazioni dell’Asia.
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Il Ventesimo secolo lo ha riscoperto e applicato negli ambiti più disparati tra i quali citiamo in particolare il management, lo sport, il marketing; questa nuova ondata di interesse, partita da Hong Kong e dal Giappone, dalla Corea e da Taiwan, ha in breve tempo raggiunto l’Occidente, dando vita a innumerevoli applicazioni in campi molto diversi da quello militare.
Il trattato è attribuito a Sun Tzu, vissuto nel Sesto secolo a.C.; tuttavia l’esame di certi aspetti testuali rende più plausibile una datazione verso la metà o la fine dei Regni Combattenti (Quarto-Terzo secolo a.C.). La questione è molto controversa, ma è comunque indubbio che l’autore sia esistito e sia stato in effetti uno stratega, autore di un trattato che inizialmente fu trasmesso in segreto all’interno del suo clan o della cerchia dei suoi allievi e poi divenne sempre più celebre.
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Nonostante il titolo, Sun Tzu ritiene che la strategia perfetta consista nel sottomettere gli avversari senza combattere nessuna guerra, anzi, nemmeno una battaglia.
Per ottenere questo risultato lo stratega ha a disposizione molti modi: la diplomazia, rovesciare i piani e le alleanze del nemico, ostacolarne le strategie, corromperlo, coglierlo di sorpresa e agire in modo inatteso. Il ricorso alla guerra è quindi l’ultima delle opzioni e si basa sul principio dell’ottenere il massimo risultato, limitando al minimo gli sforzi e le perdite.
Per ottenerlo, tutte le emozioni, l’odio per il nemico, l’impulsività sono controproducenti: il vero comandante non deve mai lasciare che influiscano sulle sue scelte.
Per ottenerlo, tutte le emozioni, l’odio per il nemico, l’impulsività sono controproducenti: il vero comandante non deve mai lasciare che influiscano sulle sue scelte.
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Sun Tzu dimostra che l’autocontrollo e la preparazione sono fondamentali per manipolare e ingannare l’avversario esaminando tutte le condizioni apparentemente sfavorevoli per saperle trasformare a proprio vantaggio.
Il principio essenziale è di non fare mai affidamento sulla sorte, le circostanze esterne o le debolezze altrui, ma di elaborare attentamente dei piani di difesa che il nemico non possa anticipare. La finezza psicologica di tutte le sue osservazioni diventa così l’arma finale, la più temibile per chiunque.
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Dalla prefazione:
Il trattato è attribuito a Sun Wu, vissuto nel Sesto secolo a.C., tuttavia l’esame di certi aspetti testuali rende più plausibile una datazione verso la metà o la fine dei Regni Combattenti (Quarto-Terzo secolo a.C.). La questione è controversa e probabilmente destinata a rimanere tale, ma è comunque indubbio che l’autore sia esistito e sia stato in effetti uno stratega, autore di un trattato che dapprima fu trasmesso in segreto all’interno del suo clan o della cerchia dei suoi allievi.
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