L’arte militare del Ssu-ma
Ssu-ma letteralmente significa “ufficiale incaricato dei cavalli” o il “comandante dei cavalli” e, per l’importanza dei cavalli in tutti i settori militari, con il tempo questo titolo passò a indicare il generale, cioè il ministro della guerra per antonomasia.
*
Si tratta di un libro antichissimo, poiché i metodi qui spiegati furono messi in atto dal duca Huan di Ch’i, verso la metà del Settimo secolo a.C. per impadronirsi del potere e anche il re Ching (547-490 a.C.) si ispirò a questi stessi princìpi per riconquistare il regno di Ch’i.
Fino ad allora il testo non aveva un titolo, ma circa un secolo dopo cominciò a essere tramandato come Ssu-ma Fa e ad assumere la sua forma definitiva, circa cent’anni dopo la morte di Confucio (551-479 a. C.).
*
Il trattato riguarda i metodi dell’amministrazione militare, che deve basarsi su princìpi di benevolenza, integrità, lealtà, a cui si devono aggiungere l’autocontrollo e la più rigorosa disciplina.
Come negli altri grandi classici militari cinesi, anche qui la guerra è considerata sempre come l’ultima risorsa, un’opzione a cui ricorrere solo in casi estremi.
*
Forse per questo il Ssu-ma non privilegia l’esposizione delle tecniche di guerra o della strategia, ma analizza i sistemi migliori per organizzare l’esercito nella maniera più efficiente e farsi obbedire dai propri soldati fino alla morte.
La storia e l’autenticità di questo testo sono state per secoli oggetto di dibattiti tra gli studiosi, che non sono ancora oggi giunti a conclusioni certe.
Di sicuro è solo una piccola parte di un’opera molto più vasta, poiché questi cinque capitoli sono gli unici giunti fino a noi del libro originale, che ne comprendeva 155.
*
Questi pochi frammenti sono stati tramandati nei secoli a partire dalla dinastia T’ang (618-907), ma nonostante sia stato molto commentato, discusso, confrontato con altri testi, resta un libro controverso e, in un certo senso, enigmatico.
Recensioni