L’elogio del Vino
Umar ibn al Farid è il più celebre poeta mistico arabo. Nato al Cairo nel 1182, in gioventù visse lunghi periodi di ritiro sul monte Muqattam, presso la capitale dell’Egitto. Si recò poi alla Mecca, ove condusse una vita solitaria e devota. Dopo 15 anni ritornò al Cairo e lì morì nel 1235.
Il suo Canzoniere, rinomato, oltre che per l’ispirazione, anche per la preziosità dello stile, canta l’amore divino con gli accenti dell’amore umano e inneggia con toni bacchici al vino simbolico dell’ebbrezza mistica.
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Il poema è accompagnato da un commentario di ‘Abdalghani an Nàbulusì, un famoso sufi, originario di Nablus in Palestina (1641-1731), il quale interpreta i versi del poeta secondo la dottrina sufi con particolare riferimento al pensiero di Ibn ‘Arabì, che egli definisce il «maestro per eccellenza».
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La traduzione inedita in lingua italiana è stata fatta sulla base delle edizioni arabe del Canzoniere di Ibn al Farìd completate da un manoscritto della Biblioteca Nazionale di Francia.
Émile Dermenghem, orientalista francese, è autore dello studio introduttivo sul sufismo e sulla poesia mistica musulmana.
L’Elogio del Vino costituisce una straordinaria scoperta che ci introduce alla ricchezza della mistica musulmana e che, proprio in questo momento, può aprirci gli occhi sulla bellezza e sulla profondità di pensiero che ha caratterizzato il sufismo.
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Émile Dermenghem (Parigi 1892 – Samois-sur-Seine 1971) è stato un giornalista, archivista e bibliotecario francese. Grande appassionato della cultura islamica, a essa ha dedicato la maggior parte dei suoi studi e libri, con particolare attenzione alla tradizione dell’Islam.
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L’elogio del Vino.
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