L’Opera di Lieh Tzu
Lieh Tzu è considerato, insieme a Lao Tzu e a Chuang Tzu, il padre del Taoismo come noi in Occidente siamo abituati a conoscerlo.
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Le tre opere dei Padri del Taoismo sono molto diverse l’una dall’altra pur “vivendo” l’una del riflesso introspettivo dell’altra. I vertici del pensiero del Tao Te Ching di Lao Tzu sono molto lontani dallo scritto di Lieh Tzu, assai pratico e diretto; la soavità letteraria di Chuang Tzu e il suo sorriso “da lontano” intriso di una nobiltà intellettuale senza eguali, non è presente nelle pagine di Lieh Tzu, ma non per questo il testo è meno forte, meno importante.
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«Qualcuno chiese a Lieh Tzu: “Perché apprezzate tanto il vuoto?”. “Il vuoto”, rispose Lieh Tzu “non può essere apprezzato per se stesso [essendo inafferrabile]. Esso è apprezzabile per la pace che vi si trova in esso. La pace nel vuoto è una cosa che non si può definire. Non si prende e non si dà. Un tempo a essa si tendeva. Ora si preferisce l’esercizio della bontà e dell’equità, che non dà lo stesso risultato”».
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Il testo di Lieh Tzu è uno dei più difficili da trovare tradotti perché il lettore sempre preferisce il Tao Te Ching o il libro di Chuang Tzu.
Eppure, lo stile che in questo libro pervade ogni riga del pensiero taoista dell’Autore, permette delle visioni e di poter accedere a delle interpretazioni che né Lao Tzu consente per l’insondabilità e assoluta difficoltà di comprensione del testo, né la semplice apparente semplicità del Chuang Tzu. Lieh Tzu non lascia spazio per divagazioni e possibili vie di fuga dal suo pensiero: esso è così come viene detto, secco e preciso come una freccia che colpisce il bersaglio.
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