La chiave della Divina Commedia
«Il lettore tenga presente che il valore di ciascuna delle singole interpretazioni è dato sostanzialmente dalla presenza di tutte le altre e dalla loro complessiva armonia, che ciascuna interpretazione presuppone la veduta d’insieme esposta nei prolegomeni e che il distaccare e pretendere di giudicare a sé l’una o l’altra delle interpretazioni singole non vuol dire confutarla, ma vuol dire rifiutarsi a intenderla.
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Si tenga presente anche che in questa brevissima sintesi ho voluto dare soltanto un’idea generale del pensiero segreto del Poema e dei diversi canti, non affatto un’esposizione di tutto ciò che già si può dire intorno al simbolismo dantesco e, dato l’intento del lavoro, non sembri strano che i canti e gli episodi che non contengono importanti elementi simbolici siano lasciati senza chiosa alcuna. Questo non è un commento, è soltanto l’esposizione del pensiero simbolico fondamentale del Poema».
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Luigi Valli (1878 – 1931), professore di filosofia morale all’Università di Roma, riprese, con i suoi studi le tesi sull’interpretazione allegorica della Divina Commedia e delle poesie del dolce stil novo, argomenti già affrontati da Gabriele Rossetti, Eugene Aroux, Giovanni Pascoli (che fu prima suo maestro e poi suo intimo amico), e dottrinalmente da René Guénon.
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