Perché la vera idea di «metafisica», nel suo senso tradizionale, si è andata in Occidente oscurando, nei tempi moderni, fino a perdersi pressoché completamente, e perché la sua essenza e le implicazioni metodologiche al suo accesso si possono ritrovare, all’ora attuale – in tutta la loro purezza –, esposte soltanto più nelle dottrine contenute nei testi sacri d’Oriente e nei loro commentari autorizzati.
In queste pagine il lettore scopre che esiste un tipo di conoscenza, certa e definitiva, che prescinde, trascendendole, dalle opinioni degli individui, siano pur esse di natura filosofica o «scientifica»; conoscenza il cui veicolo è una facoltà superiore alla stessa ragione umana e i cui modi di espressione sono costituiti dalle diverse forme tradizionali dell’umanità, a partire dai tempi più antichi. Scopre che il fondamento di ogni vera civiltà sono i princìpi intemporali e immutabili in cui la metafisica consiste e che dànno vita a tali forme, le quali sole, in quanto forme, possono variare secondo i luoghi e i tempi. Scopre anche che l’intellettualità in senso proprio è costituita dall’assimilazione di questi princìpi.
In queste poche pagine il lettore trova così la chiave di tutte le civiltà tradizionali, o «normali», e la ragione dei problemi che travagliano l’Occidente attuale, a-tradizionale per la sua propria scelta.
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