La Sacralità dell’esistenza
Tra i tanti lavori sulla tematica del sacro, questo libro ha dei tratti caratteristici che lo rendono attuale: non è antropologia del sacro, non è neanche la pedante descrizione di un’era passata alla quale tanti guardano con passiva nostalgia. La narrazione riesuma una sacralità dell’esistenza dimenticata perché è un tratto distintivo della crisi spirituale dei tempi odierni.
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Dopo avere esposto nella prima parte la valenza metafisica dell’origine sacra dell’esistenza, l’autore disserta intorno ad alcune espressioni del sacro: il rito, il tempio, il sacro Graal.
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L’intento è chiaro: suscitare pian piano un risveglio di quel sacro vivere che era un tempo parte essenziale dell’esistenza.
L’elemento sacrale media tra l’uomo e il divino per cui il suo recupero giova a quel tipo di uomo che vuole liberarsi da pastoie lacerate da dure lotte intraprese con i tempi moderni. In Occidente, luogo di incontro e di dialogo tra la via iniziatica e la via religiosa, vi potrà essere una vera novità: l’Uomo sacro – custode e difensore di valori spirituali – scalza il superuomo (quello di Nietzsche) e sarà il costruttore dei tempi futuri per riportare la nuova umanità verso la regolarità tradizionale rinvigorita da un confronto vincente con i tempi attuali.
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Passato, presente e futuro si incroceranno in una sintesi per superarsi in quella sacra esistenza che fu ed è ora la chiave per riconsegnare all’uomo la dignità del suo vivere.
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