Le avventure di un libraio – Giuseppe Orioli
Giuseppe Orioli (Alfonsine 1884 – Lisbona 1942) è stato prima di tutto un libraio antiquario attivo tra Londra e Firenze. La sua poliedrica figura lo portò a essere anche editore pubblicando il volume di David Herbert Lawrence, L’amante di Lady Chatterley nella collana intitolata Lungarno series (solamente 12 i titoli pubblicati) ove compaiono, oltre al citato Lawrence, autori come Norman Douglas, Richard Aldington, William Somerset Maugham e Arold Acton.
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Da libraio antiquario ed editore costruì una delle collane più intensamente ricercate dai collezionisti di tutto il mondo per la rarità, i grandi autori, i testi diversissimi per intenti, concezione e tirature limitate, il tutto unito soltanto dalla vocazione all’originalità.
Quella di Orioli fu una vita fatta di “incontri straordinari”: fu con D’Annunzio in Fiume occupata, conobbe Tristan Tzara, fondatore del dadaismo, era commensale abituale alle cene in trattoria con Eugenio Montale e altri poeti, le gite a Siena con Aldous Huxley… Orioli fu un uomo del suo tempo: avventuroso (da cui il titolo perfettamente calzante del suo libro), grande viaggiatore (spesso a piedi per paesini, musei e chiese sperdute alla ricerca dell’in-folio introvabile), spregiudicato, con una filosofia esistenziale sfrontatamente scanzonata e anticonformista per amori, frequentazioni e intraprese commerciali.
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Le sue memorie si leggono d’un fiato, tanto sono intrise di reale vita e scanzonata sincerità.
Quando, infine, si arriva all’ultima pagina e si legge «non mi dispiacerebbe rivivere questa mia vita…», bisogna ricordare che egli morì in piena guerra, lontano dall’amata Italia, a Lisbona, a soli 58 anni, abbandonato da tutti, in solitudine e povertà, assistito solo dal fedele aiutante Carletto.
Proprio per questo viene in mente, semplicemente sostituendo il soggetto, in un parallelismo quasi perfetto, il celebre epitaffio con il quale Cyrano di Bergerac “chiude” il suo mandato terreno: «Fisico, filosofo eccellente, musico, spadaccino, rimatore, del ciel viaggiatore, amante, non per sé, molto eloquente, qui riposa Giuseppe Orioli detto Pino, che in vita sua fu tutto e non fu niente!».
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