Lo spirito del Kyudo – YUMI NO KOKORO
Il Kyudo, il tiro con l’arco asimmetrico giapponese, è forse la disciplina marziale più semplice dal punto di vista dell’esecuzione, e probabilmente la più complessa, profonda, ricca di collegamenti con il corpo, la mente e il cuore che ci sia stato dato osservare.
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Il Maestro Inagaki Genshiro ha scritto questo libro all’età di 82 anni, dopo più di 60 anni di pratica quotidiana, e nonostante questa grandissima preparazione ripeteva: «La sola via per rivedere la luce – dopo un periodo di confusione – è tornare all’umiltà del principiante».
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L’Autore insiste e ha necessità di chiarire in maniera cristallina l’errata interpretazione che si ha del tiro con l’arco (ed è questo il motivo per cui il libro è trilingue, italiano, inglese e giapponese, per raggiungere un numero molto elevato di lettori), dal momento che anche in Giappone, patria di questa disciplina, la scuola tradizionale ha quasi lasciato il posto a scuole di “forma” e di “rito”, più attente alla sacralizzazione del gesto rispetto al vero obiettivo del kyudo, che è e resta, in ogni dove e in ogni caso, il colpire il bersaglio.
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Tutto il libro ruota intorno alla vera comprensione del tiro con l’arco; dice Inagaki: «Bisogna proprio che il kyudoka si convinca che non esiste alcun allenamento o esercizio nell’Arte del Tiro che non includa il colpire il bersaglio. I Maestri che mettono in non cale il colpire finiscono per praticare al di fuori del vero Kyudo ricavandone dubbi e incertezze».
Credo che le sue parole siano decisamente molto illuminanti su cosa è corretto e cosa non lo è. E specifica: «La tecnica di tiro comprende forme e azioni proprie del Kyudo; essa può assumere taluni lineamenti delle tecniche Zen, ma il Kyudo non è solo questo perché soltanto l’unione dei tre elementi, forma, azione e spirito fusi insieme, può considerarsi vera e completa Arte del Kyudo nella sua forma migliore».
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Alla fine del suo scritto l’Autore arriva a dire quale è l’essenza del Kyudo. E lo fa senza fronzoli, senza riferimenti alti alla cultura Zen o di altro tipo spirituale. “Pulisce”.
Questo è un libro limpido, come a pochi altri è dato di essere: è un libro “finale”, perché dopo la sua lettura un vero praticante e studioso delle discipline orientali non può più accettare tante cose che sono state date per scontate.
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In queste pagine ogni praticante può rintracciare la propria strada, i propri errori: può pensare di correggere il “percorso”.
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Inagaki Genshiro Yoshimichi nasce nel 1911 e scompare nel 1995. Nel 1930 inizia a frequentare i corsi di Kyudo di Urakami Sakae Hanshi, 10°Dan, Maestro titolare della Scuola HeKi, largamente minoritaria fra le scuole sopravvissute al periodo feudale, ma detentrice delle antiche tecniche votate all’efficacia mediante l’utilizzo di tutte le risorse psicofisiche del tiratore. Ingegnere, si dedica all’azienda di famiglia senza trascurare la pratica fino a che Urakami Sensei lo nomina proprio successore alla guida della Scuola.
I curatori del libro: Luigi Genzini e Vittorio Rosenberg Colorni sono, fra i suoi allievi, coloro che lo hanno seguito e assistito maggiormente nel nostro Paese.
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