Lutero e la riforma in Germania
Questa magistrale biografia del grande riformatore fu pubblicata in prima edizione a Roma nel 1926, quando nei confronti di Ernesto Buonaiuti e del movimento modernista, di cui egli era stato in Italia il principale esponente, era già stata espressa la dura condanna («sintesi di tutte le eresie») della Chiesa cattolica con l’enciclica Pascendi (1907) di Pio X.
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Alla condanna il Buonaiuti stesso aveva risposto con il Programma dei modernisti (1908), riaffermando la sua convinzione che fosse indispensabile pervenire a un autentico rinnovamento religioso nell’ambito della Chiesa stessa, di cui peraltro si riconfermava figlio fedele.
L’opera era nata come un libro fortemente antiprotestante, e si credette che Buonaiuti sperasse di farlo valere come un salvacondotto che gli consentisse di rientrare nella Chiesa. Qualcuno giudicò il saggio “personale”, altri ne colsero gli aspetti “appassionati” o “stimolanti”.
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Nel volume la vita di Lutero è seguita passo per passo nei sessantatré anni che si svolgono dalla «dura fanciullezza», iniziata nel 1483, fino alla morte, avvenuta nel 1546.
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Ernesto Buonaiuti (1881-1946) è stato il maggiore studioso italiano di Cristianesimo della prima metà del Novecento. Fu uno dei capi del modernismo italiano che, specialmente dopo la Prima Guerra mondiale apparve quasi impersonato in lui. Ordinato sacerdote dal 1903, fu colpito dalla scomunica nel 1926 ed esonerato dall’insegnamento come professore di storia del cristianesimo, cattedra che teneva dal 1915 all’università di Roma.
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