Mister Butterfly
Un po’ ribelle, un po’ sognatore, Hoover è in crisi. È giovane, ma sente di avere già troppo passato alle spalle e, peggio ancora, nessun futuro davanti.
Si esibisce stancamente come clown per i malati negli ospedali quando, un giorno, incontra qualcuno che gli cambia la vita: sono quattro bambini disabili che prende in affido e che da quel momento diventano la sua unica, stralunata, tragicomica famiglia, la sua ragione di vivere.
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Con i suoi metodi surreali e una buona dose di coraggio, Hoover sfida le terapie convenzionali e i preconcetti per dare ai “suoi” bambini una vita da bambini, anche se diversi dagli altri. Finché una commissione di psichiatri non decide che i suoi sistemi sono troppo trasgressivi…
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Howard Buten, come terapeuta e come clown, sa che l’umorismo e l’ironia permettono di raccontare anche le storie più difficili.
Così questo romanzo parla di quattro bambini che hanno avuto in sorte un destino più difficile di molti altri: disabilità, abusi, malattie mentali. Ma Buten si rifiuta di accettarlo come una condanna ineluttabile, così come ha sempre fatto nella sua esperienza terapeutica, e mette in atto ogni mezzo per ridare a ognuno di loro un posto nel mondo, non come condannati da un handicap, ma come persone che hanno diritto a una normalità, seppure diversa da quella di tutti gli altri.
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In anticipo sui tempi (il romanzo è del 1987), ha saputo interpretare la necessità di rompere i tabù che ancora circondano questa condizione.
Non lo ha fatto seguendo i dettami del “politicamente corretto’’, tutt’altro. Buten non vuole mai dissimulare la fatica e il tragico della disabilità, semplicemente non si arrende alla disperazione, al pregiudizio, alla paura, per aprire, almeno in parte, gli occhi di tutti quelli che si credono “normali’’ e in fondo superiori. Ancora oggi, come in un passato che si credeva a torto ormai superato, si cerca di alimentare la diffidenza sociale verso quelli che sono diversi e non conformi agli standard, ai modelli dominanti. Più che mai oggi il disagio psichico viene affrontato in termini di pretesi squilibri chimici da trattare farmacologicamente, anche nell’infanzia.
È più che mai attuale dunque l’esperienza di Buten, la sua visione profondamente umana, empatica, egualitaria. Sa che non esiste l’handicap o la malattia, esistono solo le persone.
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Howard Buten (Detroit 1950), psicologo di formazione, affianca all’attività terapeutica quella di scrittore e di attore.
Ha lavorato in un istituto per ragazzi portatori di handicap, The Children’s Orthogenic Center, a Detroit. Specializzatosi in neuropsichiatria e psicoanalisi in Francia, nei sobborghi di Parigi ha fondato nel 1997 il centro “Adam Shelton”, per la terapia dei ragazzi autistici dove ha voluto applicare dei sistemi innovativi utilizzando vari metodi terapeutici di psicologia comportamentale e psicoanalisi uniti a pratiche corporee, musica, arte e nel 1973 crea il suo personaggio, Buffo il sulle scene teatrali di tutto il mondo con grande successo. Nel 1991 è stato nominato Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres per meriti artistici e letterari.
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Luni Editrice ha già pubblicato oltre Mister Butterfly – Quando avevo cinque anni mi sono ucciso.
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Mister Butterfly
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