Mussolini e il «Nuovo Ordine». I fascisti, l’Asse e lo «spazio vitale» (1939-1943)
Fin dai primi mesi del Secondo conflitto mondiale – quando Mussolini aveva adottato la linea della «non belligeranza» – molti fascisti interpretarono la guerra come il primo, ineludibile passaggio «rivoluzionario» che avrebbe portato alla definitiva distruzione della civiltà liberale.
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La decisione del «duce» di portare il Paese in guerra amplificò tali suggestioni, illudendo ambienti del Partito Nazionale Fascista, dei sindacati, delle università e del mondo della cultura in genere che la creazione del Nuovo ordine fascista fosse a portata di mano, una volta conseguita la vittoria.
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Il protrarsi del conflitto e i primi insuccessi delle armate italiane non intaccarono le aspettative di tali settori del fascismo, che contribuirono ad alimentare un ipertrofico dibattito sui caratteri della «nuova civiltà» totalitaria che riguardò soprattutto l’ambito politico-economico e che fu oggetto di moltissime analisi sia a livello propagandistico, sia a livello culturale.
Questo volume ricostruisce le premesse, i contenuti e i diversi momenti di tale dibattito, ospitato in buona parte sui periodici di regime, offrendo un quadro dei progetti sul dopoguerra che nel periodo 1939-1943 affollarono l’immaginario fascista.
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Fabrizio Amore Bianco svolge attività didattica e di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa. Studioso del fascismo, è autore del volume Il cantiere di Bottai. La scuola corporativa pisana e la formazione della classe dirigente fascista (Cantagalli, 2012), nonché di vari saggi sul corporativismo, sulla politica culturale del regime e sul dibattito politico ed economico italiano degli anni Trenta e del periodo della Seconda guerra mondiale.
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