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Omar Khayyām – Robā’iyyāt

16,15

Omar Khayyām

Traduttore: Pierre Pascal

Curatore: Giovanni e Giuseppe Balducci

Presentazione: Gelasio Gaetani dell’Aquila d’Aragona Lovatelli

pp. 80

ISBN: 9788879848633

COD: 2044 Categorie: , Tag: , GTIN: 9788879848633

Robā’iyyāt – Alla Gloria del Vino

Molti furono i poeti che celebrarono il vino con versi di grande bellezza e profondità quanto non con sapienza divina. Fra questi un posto d’eccezione spetta al poeta persiano Omar Khayyām, che con le sue immortali Robā’iyyāt ha cantato il vino e il suo potere seducente, suadente, magico, simbolico, illuminante, “anagogico”. 

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In Khayyām, il vino simboleggia l’istanza del libero pensiero e dell’ebbrezza, l’amore per la libertà intellettuale condotto fino al rifiuto del dogma e all’eresia.
Eppure, come non vedere, celato dietro questo mondano amore del vino, dei piaceri della vita, dietro l’elogio di un gran visir, oppure sotto forma di metafora astronomica o di beffarda considerazione sull’infedeltà di un amico o sul tempo che passa inesorabile, l’apologo sapienziale, la parabola sacra, scoprendone tutta la profondità mistica e metafisica? 

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Il genio di Khayyām, per universalità e potenza espressiva, può ascriversi a quella ristretta cerchia di cui fanno parte Lucrezio, Shakespeare, Leopardi, Baudelaire: autori sempre attuali perché capaci di dar voce a ciò che nell’uomo è eterno, come avviene per le Robā’iyyāt, poiché è il soffio dell’eternità che le “imbeve” di augusto spirito persiano, sovente disilluso, caustico, a volte scettico, ma sempre adamantino, immerso in contemplazioni che hanno per cifra il pathos del lontano, del cosmico.

 

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Omar Khayyām (Nishapur 1048 – 1131), astronomo, matematico, filosofo e poeta persiano, fu riscoperto e reso noto nell’ultimo trentennio del 1800 presso il gran pubblico occidentale grazie alle sue quartine, e specialmente all’adattamento poetico inglese di una scelta di esse compiuto da Edward Fitzgerald.
Gelasio Gaetani dell’Aquila d’Aragona Lovatelli (1954) è scrittore, produttore e wine expert.
Giovanni Balducci (1988) si è principalmente occupato di letteratura francese curando opere di Franz Cumont, Collin de Plancy e Marcel Proust.
Giuseppe Balducci (1992) si è occupato di letteratura e saggistica con contributi su Mario Praz, Pierre Loti e Henry de Montherlant.

 

 

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Le Tradizioni

Dalla base concettuale dei Grandi Pensatori d’Oriente e d’Occidente si passa alle molteplici attualizzazioni del pensiero con la collana Le Tradizioni.

Le forme delle dottrine e dei canoni generali e universali si riverberano in questo gruppo di testi che ci provengono o attengono alle più antiche e complesse civiltà dell’Estremo e del Medio Oriente.

La serietà delle curatele e delle traduzioni ci restituisce a tutto tondo le voci dei padri del Taoismo, dell’estetica cinese, dell’intellettualità persiana, come anche le potenti espressioni anonime, epiche e insieme religiose, di interi popoli e intere epoche.

 

 

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