Robā’iyyāt – Alla Gloria del Vino
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In Khayyām, il vino simboleggia l’istanza del libero pensiero e dell’ebbrezza, l’amore per la libertà intellettuale condotto fino al rifiuto del dogma e all’eresia.
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Il genio di Khayyām, per universalità e potenza espressiva, può ascriversi a quella ristretta cerchia di cui fanno parte Lucrezio, Shakespeare, Leopardi, Baudelaire: autori sempre attuali perché capaci di dar voce a ciò che nell’uomo è eterno, come avviene per le Robā’iyyāt, poiché è il soffio dell’eternità che le “imbeve” di augusto spirito persiano, sovente disilluso, caustico, a volte scettico, ma sempre adamantino, immerso in contemplazioni che hanno per cifra il pathos del lontano, del cosmico.
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Omar Khayyām (Nishapur 1048 – 1131), astronomo, matematico, filosofo e poeta persiano, fu riscoperto e reso noto nell’ultimo trentennio del 1800 presso il gran pubblico occidentale grazie alle sue quartine, e specialmente all’adattamento poetico inglese di una scelta di esse compiuto da Edward Fitzgerald.
Gelasio Gaetani dell’Aquila d’Aragona Lovatelli (1954) è scrittore, produttore e wine expert.
Giovanni Balducci (1988) si è principalmente occupato di letteratura francese curando opere di Franz Cumont, Collin de Plancy e Marcel Proust.
Giuseppe Balducci (1992) si è occupato di letteratura e saggistica con contributi su Mario Praz, Pierre Loti e Henry de Montherlant.
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Le Tradizioni
Dalla base concettuale dei Grandi Pensatori d’Oriente e d’Occidente si passa alle molteplici attualizzazioni del pensiero con la collana Le Tradizioni.
Le forme delle dottrine e dei canoni generali e universali si riverberano in questo gruppo di testi che ci provengono o attengono alle più antiche e complesse civiltà dell’Estremo e del Medio Oriente.
La serietà delle curatele e delle traduzioni ci restituisce a tutto tondo le voci dei padri del Taoismo, dell’estetica cinese, dell’intellettualità persiana, come anche le potenti espressioni anonime, epiche e insieme religiose, di interi popoli e intere epoche.
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