Racconti di una fugace esistenza
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Il manoscritto fu trovato per caso verso la metà dell’800 in una bottega di libri usati dal cognato di un importante scrittore e intellettuale di quell’epoca, Wang Tao, direttore di un quotidiano di Shanghai.
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Shen Fu (1763-1825), pittore e letterato, dovette per tutta la vita conciliare il suo talento artistico con le necessità materiali dell’esistenza, adattandosi alla condizione spesso grama di modesto funzionario e segretario. Ma le sue memorie rappresentano un’eccezione, poiché sono anche e soprattutto il racconto di un matrimonio fuori dal comune, o almeno così fu per la società cinese del suo tempo: Shen Fu e sua moglie si erano sposati per amore, fatto allora assolutamente inconsueto, e condividevano una profonda affinità emotiva e intellettuale.
L’autore ha dunque uno sguardo nuovo e inaspettato sulle vicende della sua vita, in cui ha una parte insostituibile questa donna modesta ed energica, ma anche colta e intellettualmente vivace, in tutto e per tutto pari al marito in quanto a talento.
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Questa situazione poco corrispondente ai canoni sociali dell’epoca è a sua volta un punto d’osservazione inatteso sulla realtà circostante, capace di cogliere i lati più umani e veri dell’esistenza, nel bene e nel male. Tutte le difficoltà e le gioie della vita a due, le preoccupazioni materiali, le regole implacabili del patriarcato cinese, il piacere di condividere viaggi e interessi artistici, ogni aspetto dell’esistenza è raccontato mettendosi, per così dire, a nudo.
La verità di questo sguardo senza ipocrisie è una chiave preziosa per capire, ancora oggi, molti aspetti nascosti della società cinese.
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