Scritti Danteschi
Questi scritti raccolti e presentati a distanza di cento anni dalla loro prima pubblicazione e praticamente inediti, ci mostrano un Pirandello attentissimo studioso dell’opera di Dante: dimostrano come il Maestro siciliano conoscesse alla perfezione le terzine dell’Alighieri. L’ultimo scritto, La commedia dei diavoli e la tragedia di Dante, è il testo, riveduto e ridotto in forma di saggio, di una lettura tenuta da Pirandello in Orsanmichele il 3 febbraio 1916, pubblicato nella Rivista d’Italia (settembre 1918) e mai raccolto in volume.
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A mero titolo di esempio della profondità con la quale Pirandello affronta le Cantiche dantesche, e della meravigliosa “penna” con la quale riusciva a dare ai suoi pensieri forma esatta, compiuta e magistrale, egli scrive:
«Vediamo per effetto del suo passaggio in mezzo all’eterno di questo mondo, a mano a mano destarsi una vita momentanea che la potenza dell’arte fissa in atteggiamenti eterni, e non pensiamo più che questo transitorio nell’eterno, divenuto per potenza d’arte a sua volta eterno, non è certamente per il poeta com’è per noi.
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Noi vediamo il fatto – così eternamente fissato – dov’egli vedeva e sentiva ancor nuova e calda la sua fattura; cioè, noi vediamo il sentimento del poeta – divenuto quasi realtà fuori di lui – consistere nella rappresentazione ch’egli ne ha fatto; ma questa consistenza con un carattere d’eternità che il sentimento oggettivato del poeta ha per noi, non poteva averla per lui che vedeva ancora invece l’atto del crearla a mano a mano che la materia gli consisteva dentro, quand’era ancora caldo quel sentimento momentaneo per cui, ad esempio, F
arinata – proprio ora – in quel gesto gli si levava dall’arca «dalla cintola in su», o Francesca e Paolo gli s’appressavano al grido affettuoso per narrargli i loro dolci sospiri».
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Di questa consistenza sono dense queste poche pagine, rare e profondamente “nuove” e quasi sconosciute per la maggior parte dei moderni lettori.
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Luigi Pirandello (Agrigento 1867 – Roma 1936), Premio Nobel per la letteratura nel 1934, è stato uno dei più importanti scrittori, drammaturghi e poeti italiani.
Fu un vero figlio del suo tempo e visse le stagioni della sua vita trasferendole negli scritti; le gravi problematiche famigliari, di cui risentì per tutta la vita, influenzarono profondamente la sua scrittura: il lento distacco dalla fede religiosa fu certamente una delle basi dell’idea di esplorare l’io attraverso l’analisi dell’identità che lo portò da un lato a formulare la teoria della crisi dell’io, dall’altro ad avere grande attenzione alla incomunicabilità tra le persone studiando il contrasto tra Vita e Forma. La sua Opera è da annoverare tra le maggiori del Novecento.
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Scritti Danteschi.
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