Storia della letteratura autoprodotta. Da Ariosto ai self-publishers
Quale è il sogno di ogni scrittore? Vedere pubblicato il proprio libro. Non è facile per un autore esordiente trovare un editore disposto a pubblicare i suoi scritti, motivo per cui spesso decide di finanziarne la pubblicazione stampando in proprio, con la fatale conseguenza di destinare nella maggior parte dei casi se stesso e la sua opera all’oblio.
Di tanto in tanto però la Storia sistema le cose e inciampa in un piccolo paradosso: l’anonimo scrittore diventa famoso.
Di tanto in tanto però la Storia sistema le cose e inciampa in un piccolo paradosso: l’anonimo scrittore diventa famoso.
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Se proviamo a ripercorrere la storia degli autori che si sono autopubblicati troviamo, sorprendentemente, quasi tutti i più grandi scrittori della letteratura mondiale e alcuni tra i loro capolavori.
Nella galassia dei libri autoprodotti ci sono opere di Poe, Melville, Hawthorne, Whitman, Dickens, Carroll, Austen, Verlaine, Rimbaud, Rilke, Tolstoj, Gogol, Proust, Joyce, Pound, Garcia Marquez, e alcuni tra i massimi scrittori italiani, da Foscolo a Manzoni, a Verga, Fogazzaro, Svevo, Moravia, Palazzeschi, Gozzano, Pasolini, Gadda e Montale, insieme a moltissimi altri di pari fama.
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Si sono autoprodotti per necessità, dopo una serie di rifiuti ricevuti da editori professionali, o per scelta, per evitare invasivi interventi sui loro scritti o per celebrare ricorrenze particolari. E c’è stato persino chi, come Mark Twain o Virginia Wolf, per pubblicare i propri libri ha fondato, con alterne fortune, una propria casa editrice.
Questo libro racconta le storie di questi scrittori, i loro successi e i loro fallimenti, a partire da chi si è rivolto all’editore a pagamento o direttamente al tipografo, fino al recente avvento del self-publisher digitale che, in continuità con il suo antenato autore a proprie spese, mette insieme scrittori esordienti, talvolta beneficiati da clamorosi successi commerciali, e scrittori affermati, che sperimentano nuove forme di pubblicazione, lasciando intravedere in questo fenomeno una possibile nuova frontiera dell’editoria.
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Lucio Gambetti vive a Genova e si occupa da anni di bibliografia e di storia dell’editoria. Diversi suoi scritti sono apparsi sui periodici «L’Esopo» e «Charta» e sull’annuario dell’Associazione Librai Antiquari Italiani «ALAI».
Ha pubblicato La letteratura italiana del Novecento. Repertorio delle prime edizioni, con Franco Vezzosi (Graphos, 1997), Rarità bibliografiche del Novecento, con Franco Vezzosi (Sylvestre Bonnard, 2007), A proprie spese. Piccole vanità di illustri scrittori (Unicopli, 2015), Rarissimi. Riflessioni sul collezionismo letterario del Novecento italiano (Biblohaus, 2015), Il Pesanervi Bompiani (Edizioni SO, 2021), Libri memorabili. Una storia della microeditoria italiana del Novecento (Biblion, 2021), Un’odissea editoriale. A cento anni dall’Ulisse di Joyce (Biblion, 2022).
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