Storia della mia vita. Alla ventura (1757-1760) – vol. 4
«C’era Manon, la figlia di Silvia: con lei non ero mai andato oltre la conversazione a tavola.
Ci lamentiamo, quando le donne che ci amano e si sanno amate si rifiutano; ma abbiamo torto.
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Ci amano e temono di perderci; per loro è importante coltivare il nostro desiderio. Desìderi quello che non hai; quando lo hai non desìderi più.
Hanno ragione a tirarsi indietro. Entrambi i sessi desiderano. Come mai l’uomo non si rifiuta mai alla donna che ama e lo sollecita?
Evidentemente c’è un’asimmetria: per l’uomo il piacere che dà conta più di quello che riceve; perciò non si sa tirare indietro. Invece alla donna importa di più il piacere che prova: quando lo rinvia pensa al futuro, a tenersi aperta la via. È il motore della civetteria, che si perdona alle donne. Un uomo civettuolo non è mica normale».
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Giacomo Casanova (Venezia, 2 aprile 1725 – Dux, 4 giugno 1798) fu scrittore, poeta, diplomatico, filosofo, agente segreto, massone, alchimista, avventuriero, cittadino della Repubblica di Venezia.
Le sue gesta sono state da lui stesso descritte con grande dovizia di dettagli nella Storia della mia vita e le quasi 5.000 pagine hanno una freschezza e una piacevolezza di lettura tale da farci amare profondamente il millesettecento e considerarlo come l’ultimo dei grandi secoli nei quali aveva ancora, forse, un senso, vivere una vita “spericolata”.
Fu autore di decine di libri, libretti, repliche e discussioni, tra i quali uno è considerato il primo bestseller della storia: La storia della mia fuga dai piombi.
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Luni Editrice ha in corso la traduzione integrale della Storia della mia vita.
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PIANO DELL’OPERA
Volume I – L’abatino (1725-1744)
Volume II – Henriette (1744-1750)
Volume III – Da Parigi ai Piombi (1750-1756)
Volume IV – Alla ventura (1757-1760)
Volume V – Le donne, Voltaire (1760)
Volume VI – Un uomo in fuga (1760-1762)
Volume VII – Carnevale a Milano (1762-1763)
Volume VIII – Anni difficili (1763-1766)
Volume IX – (1766-1770)
Volume X – (1770-1774)
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Dalla prefazione del libro primo: “L’Abatino”
“Presento la mia vita dichiarando che ciò che ho fatto di buono è merito mio, e i miei errori li ho fatti io: sono libero e responsabile. La forza del destino è una chimera paganeggiante dell’immaginazione. Io mi sento, diciamo, cristiano per ragionamento; ragionar bene non ha mai nuociuto a nessuno.” […]
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