Vita di Maometto, Profeta dell’Islam
Queste pagine contengono il racconto, che può esser detto «tradizionale», dei fatti salienti della vita del Profeta dei Musulmani, l’«Inviato di Allah», secondo l’espressione canonica araba e più in generale islamica.
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Infatti questa, che narra P. Henry Delaporte, pur adottata – ovviamente – nei ritmi e nel linguaggio per essere intesa nelle sue sfumature, nelle sue atmosfere (stavamo per dire nel suo «gusto»), da mentalità europee, è la vicenda di Muhammad, tracciata sui testi consacrati della tradizione e sulle testimonianze vive che oggi ancora si tramandano le popolazioni di razza araba.
«Non possediamo né l’immaginazione abbastanza feconda né la coscienza sufficientemente robusta per aggiungere qualcosa […] o permetterci di eliminare qualche circostanza essenziale.
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È il Muhammad dei Musulmani che ci siamo/proposti di far risaltare» dice l’autore di questo libro (che è piuttosto una cronaca e meno un rigido libro di «storia»). È questa la caratteristica che lo distingue – pur non facendone un lavoro «apologetico» (il Delaporte non era musulmano, per quel che ne sappiamo) – fra tutte le altre «vite» di Muhammad, di cui è ormai debordante la «cultura» europea delle più svariate lingue.
La narrazione è condotta tramite i personaggi storici che – pur su fondamenti rigorosamente accertati in innumerevoli contatti con gli ulemà, o sapienti dell’Islam, accostati al di fuori di ogni pregiudizio «razziale» e con il solo scopo di apprendere fatti è testimonianze – «parlano e agiscono in prima persona».
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Quello che si è in tal modo ottenuto è un mobile, grandioso affresco, dei tempi e degli uomini nei quali e fra i quali visse Muhammad, trasmettendo a questi ultimi un «messaggio» che oggi ancora altri uomini si trasmettono gli uni agli altri secondo regole fisse e pur vive.
Regole che diventa sempre più di attualità conoscere per convivere in pace e armonia con i loro portatori…
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