Estraggo la mia biblioteca dalle casse. Discorso sul collezionismo
Grande collezionista di libri fin da giovanissimo, nelle brevi pagine qui presentate introduce il lettore in quel mondo di mezzo che è la vita di un collezionista, sospesa nella ricerca costante del pezzo mancante o di quello più raro o prezioso.
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Mai come in questo caso la presentazione più adeguata a questo libro non può che venire fornita dalle parole stesse dell’autore:
«Il caso e il destino, che trasfigurano il passato ai miei occhi, sono entrambi concretamente presenti nell’intima confusione di questi libri. E cos’è questo possesso se non un disordine, nel quale l’intimità si è accasata a tal punto da farlo apparire come un ordine?».
«L’esistenza del collezionista è dunque in dialettica tensione tra i due poli dell’ordine e del disordine e l’ordine, specialmente in questi campi, non è altro che uno stato di sospensione sull’abisso».
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«Per il collezionista – quello buono, intendo, quello come dev’essere – il possesso rappresenta il più profondo rapporto che si possa avere con gli oggetti: non in quanto essi prendono vita dentro di lui, ma in quanto è lui stesso ad abitare dentro di loro».
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Walter Benjamin (Berlino 1892 – Portbou 1940), nato in una famiglia di origine ebraica, studiò a Berlino, Friburgo e Monaco e si laureò a Berna (1918).
Fu scrittore, critico letterario e traduttore, pensatore eclettico. Si è occupato di epistemologia, estetica, sociologia, misticismo ebraico e materialismo storico. Il suo lavoro, riconosciuto postumo, ha influenzato filosofi quali Theodor Adorno, Georg Lukács e Hannah Arendt, mistici come Gershom Scholem e drammaturghi come Bertolt Brecht. Fu anche un appassionato collezionista di libri. All’avvento del nazismo si trasferì a Parigi, ma dopo l’invasione della Francia, in fuga verso gli USA, fu bloccato alla frontiera nella città catalana Portbou e, temendo di essere consegnato ai tedeschi, si uccise con una overdose di morfina.
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