L a nuova edizione della Storia della mia vita di Casanova, distribuita nei dieci volumetti che l’autore aveva previsto, presenta grandi differenze dalla vecchia edizione curata da Chiara e Roncoroni nei Meridiani Mondadori.
1. Abbandona il vecchio vizio di modificare l’assetto del testo rispetto al manoscritto dell’autore. I curatori della vecchia edizione dicevano di aver sbirciato anche il manoscritto, però non lo avevano messo a frutto.
2. È fatta da un solo traduttore dell’unico autore. La vecchia edizione era opera di più di due traduttori di varia abilità.
3. La traduzione è comunque più attenta, sia nell’interpretazione sia nella resa letteraria.
Due piccoli esempi di seguito:
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Il primo è addirittura puntiforme, però emblematico e a quanto pare dovuto direttamente ai curatori. Casanova adotta il blasone:
“Nequiquam sapit qui sibi non sapit.”
“Invano è saggio chi non è saggio per sé”
Chiara e Roncoroni annotano «citazione inesatta» e dànno una traduzione agghindata:
“Non conoscere ciò che giova a sé stessi è come non conoscere nulla.”
La citazione, distrattamente affibbiata dall’autore a Cicerone, è il titolo esatto del n. 520 fra gli Adagia di Erasmo da Rotterdam, che raccoglie citazioni classiche sul tema (fra cui due passi greci riferiti da Cicerone). Giacomo precisa che la sceglie per giustificare mes digressions et les commentaires che je fais peut-être trop souvent à mes exploits en tout genre (il frequente sbrodolio di digressioni e commenti nei resoconti delle mie imprese).
Rettifica un’affermazione di anni prima, nelle ultime righe del suo primo tentativo di scrivere un episodio della propria vita: Il duello. Là si era dispiaciuto di annoiare il lettore con racconti philosophe. Però in seguito si era avventurato addirittura nel romanzo filosofico Icosameron, indegnamente snobbato da tutti. Adesso torna alla carica con storie di donne, e sa che gli usciranno philosophe anche quelle: lui è fatto così. In questo blasone alza le spalle disinvolto: cosa volete da me?
La frase è dimessa in Erasmo, confidenziale in Casanova. Diventa una belluria nella traduzione dei Millenni.
- Noi proponiamo:
“Che saggezza è, se non vale per me?”
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Il secondo confronto riguarda le traduzioni di tre strofette che si leggeranno nel terzo volume, fra gli amori di Giacomo con M.M., Marina Morosini, una nobile monaca veneziana. Di solito i versi mettono i traduttori a prova più severa. Giacomo ha rubato certi preservativi dal cassetto di lei, e lascia al loro posto un biglietto:
Enfants de l’amitié, ministres de la peur
Je suis l’amour, tremblez, respectez le voleur.
Et toi, femme de Dieu, ne crains pas d’être mère
Car si tu fais un fils, il se dira son père.
S’il est dit cependant que tu veux te barrer
Parle; je suis tout prêt; je me ferais châtrer.
Chiara e Roncoroni:
Figli dell’amicizia, ministri del timore,
Tremate e rispettate il ladro: io son l’amore.
E tu, donna di Dio, non temer d’esser madre
Perché se un figlio avrai egli sarà suo padre.
Se tuttavia ti vuoi a me negare
Parla: io sono pronto, e mi farò castrare.
- Noi:
Perché vi usassi io vi fabbricò il timore;
dovete rispettarmi se rubo: son l’amore.
Sposa di Cristo, pensaci: se tu fai un figlio mio,
sarà iscritto all’anagrafe come figlio di Dio.
Che problema sarebbe? Ma se non lo vuoi fare,
Tu dimmelo, e pazienza: io mi farò castrare.
Entrambi i traduttori correggono l’originale. La metrica induce Casanova a scrivere: car si tu fais un fils, il se dira son père, egli (Dio) si dirà suo padre. Però la gente non è annunciata dall’alto dei Cieli; è solo iscritta in registri anagrafici, parrocchiali a quei tempi e comunali adesso. Il traduttore dei Meridiani, bigio e pio, aggiusta il sospetto blasfemo: egli sarà suo padre. Noi correggiamo la goffaggine con un riferimento burocratico, buffamente preciso perché (senza anacronismo) suona moderno.
Nella seconda strofa, la monaca risponde:
Dès qu’un ange me f…, je deviens d’abord sure
Que mon seul époux est l’auteur de la nature.
Mais pour rendre sa race exempte de soupçons
L’amour doit dans l’instant me rendre mes condons.
Ainsi toujours soumise à sa volonté sainte
J’encourage l’ami de me f… sans crainte.
Chiara e Roncoroni:
Dal momento che un angelo mi f… io sono sicura
Che il mio unico sposo è l’autor della natura.
Ma perché di sua razza non vi siano motivi
Di dubitare, amore renda i preservativi.
Così, sempre sommessa al suo santo volere,
incoraggio l’amico a f… senza nulla temere.
Il pudore ortografico di quell’effe puntata si trova dal manoscritto di Casanova; però in un contesto del genere è goffo.
- Noi:
Quando mi scopa un angelo, posso stare sicura:
faccio cosa dovuta al Re della Natura.
Però, per non incorrere in dubbio successivo,
Tu fa’ un bella cosa: metti il preservativo.
Quanto a me, sottomessa all’Autore del Tutto,
Incoraggio l’amico a fottere di brutto.
Giacomo insinua che i versi non siano del sacco di Marina. Lei fuga il dubbio improvvisando una quartina: «Prendi la matita e scrivi. Per un istante Apollo sono io»:
Je ne me battrai pas. Je te cède la place.
Si Vénus est ma soeur, commune est notre race.
Je sais faire des vers. Un moment de perdu
Ne pourra pas déplaire à l’amour convaincu.
Chiara e Roncoroni:
Non voglio battermi e ti cedo la piazza.
Se son sorella a Venere, siam della stessa razza.
So far versi. Un attimo perduto
Spiacere non potrà all’amor compiaciuto.
- Noi:
Non voglio certo battermi: io ti cedo la piazza.
Venere è mia sorella: siam della stessa razza.
E i versi li so scrivere. Hai perduto un momento
per toccarlo con mano, ma ne sarai contento.
Il primo dei volumi tradotti delle “nuove” Memorie
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La casa editrice Luni nasce nel 1992 con lo scopo di diffondere le idee che animano la riflessione italiana rendendo disponibili e accessibili al pubblico italiano molti testi del mondo Orientale spesso introvabili. Con questo vi presentiamo una collana interamente dedicata al più celebre “libertino” veneziano e ai suoi scritti – Giacomo Casanova.
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