Ugo Spirito – L’uomo che profetizzò la globalizzazione 

Ugo Spirito L’uomo che profetizzò la globalizzazione 

 

Esce una raccolta di scritti del filosofo che intuì con decenni di anticipo l’unificazione non solo economica ma culturale cui tendeva il mondo. E che comprese i rischi della modernità, tra femminismo ed ecologismo.

 

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di Corrado Ocone 

Articolo tratto da: Libero agosto 2022 (qui il PDF)

 

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Ugo Spirito, nato ad Arezzo nel 1896 e morto nel 1979 a Roma, la città in cui era quasi sempre vissuto, è stato uno dei più eminenti filosofi italiani del secolo scorso. 

Formatosi alla scuola di Giovanni Gentile, si distaccò dal maestro, come tanti dei suoi allievi (un nome fra tutti: Guido Calogero), a cavallo fra gli anni Trenta e Quaranta, elaborando una sua propria prospettiva filosofica che chiamò “problematicismo”.

Egli concepì allora la ricerca filosofica come una sorta di positivismo umanistico che al momento della risposta anteponeva quello del dubbio, della continua obiezione. La vita come ricerca, che è del 1937, segna questa frattura, che è anche esistenziale e politica, con il lento allontanarsi dal fascismo e dalla sua dottrina economica, il corporativismo, che aveva contribuito ad elaborare (anche se mai rinnegò la critica all’individualismo liberale che vi era sottesa).

 

La vita come ricerca. Ugo spirito

Il libro → La vita come ricerca

 

Il suo interesse per l’attualità sociale e politica, nonché per i costumi del nostro tempo, andò sempre più intensificandosi, fino a sfociare, nell’ultimo decennio della sua vita, in una intensa attività pubblicistica che viene ora ampiamente documentata in un volume pubblicato dalla Fondazione Spirito-De Felice, brillantemente diretta da Giuseppe Parlato, e dalla casa editrice Luni. Ne è curatore Danilo Breschi, a cui si deve un’ampia e lucida introduzione, nonché forse il titolo stesso dell’antologia: L’avvenire della globalizzazione. Scritti giornalistici 1969-79

 

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SGUARDO LUNGO 

L’idea che è sottesa alla raccolta è che proprio in quegli anni, e proprio in questi “scritti minori”, Spirito colse i tratti caratteristici dei nuovitempi,  quelli che sarebbero stati definiti “globalizzazione” e che si sarebbero dispiegati in tutta la loro potenza solo nei decenni successivi. Questa capacita “profetica” è tanto più rilevante in quanto Spirito non era animato da una visione critica, o peggio moralistica, di quell'”unificazione del mondo”a cui le forze presenti inesorabilmente tendevano.

Come già Calogero, egli aveva colto il carattere autodissolventesi della filosofia della modernità, di cui l’attualismo gentiliano era stato l’ultimo e più coerente episodio.

 

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Da questa dissoluzione delle categorie epistemiche, e in definitiva della filosofia, se ne usciva, per Spirito, solo affidandosi alle scienze particolari e lasciandosi vivere da un processo, che non era in mostro potere controllare. 

Non avendo alcuna direzione precostituita, esso non poteva essere giudicato come una totalità e a partire da un universo astratto di valori. 

Il giudizio può solo particolarizzarsi, cioè concernere le specifiche situazioni. Sempre nella consapevolezza che la ricerca della novità, la continua rivoluzione, e quindi il sovvertimento di tutto ciò che è costituito e dato, della tradizione, è l’essenza della modernità. Nell’orizzonte della modernizzazione si inscriveva senza scarti, per il nostro, lo stesso fascismo, che perciò solo per un errore prospettico poté essere giudicato conservatore o persino reazionario.

Quel fascismo “rivoluzionario” che trovava coerente espressione, per Spirito, nel futurismo in campo estetico e nell’attualismo in campo filosofico. Proprio perché rappresentante, prima e dopo la svolta del ’37, di una filosofia che non si pone come antimoderna e antiscientifica, le osservazioni di Spirito risultano particolarmente significative quando vengono a convergere con quelle degli attuali critici della globalizzazione.

Il libro offre moltissime prove di questa convergenza, ad esempio quando affronta i temi dell’inquinamento,del femminismo o anche della nostra Costituzione. 

 

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SPIAZZANTE 

Spiazzante e anticonformista, oltre ogni categoria di destra e sinistra, egli, rispetto alla tematica ambientalistica che allora si affacciava nel dibattito pubblico, scrive che

“ il vero grande inquinamento non è quello di oggi e tanto meno quello di domani, bensì l’inquinamento di ieri che siamo riusciti a debellare nella massima misura attraverso decenni di lotta continua”.

Quanto alla Costituzione, Spirito non ha remore ad afferma- re che essa “ha un carattere conservatore e reazionario” e che il sistema politico che ne è derivato delinea un “regime ideologico” che impone agli italiani che vogliono partecipare alla vita pubblica di “appartenere a partiti politici” e di “esprimere la loro sovranità 

esclusivamente in funzione del partito al quale appartengono”. Di qui la proposta di una “nuova Costituzione” che vada oltre il “vecchio parlamentarismo” e porti all’abolizione della partitocrazia. 

Sicuramente “politicamente scorrette” sono le affermazioni di Spirito sulla questione di genere: la donna non deve cercare la parità ma esaltare e far valere la propria diversità che, come quella dell’uomo, si realizza in una realtà superiore che è la complementarietà. Se la donna «si rendesse conto di quello che è, saprebbe che potrebbe impadronirsi del potere con la massima facilità»

E invece resta a protestare e a rivendicare diritti in nome di un astratto “egalitarismo giuridico”. In questo modo, «la femminilità  passa nello sfondo, come se non fosse anch’essa un valore superiore». 

Molti altri sono gli esempi che si potrebbero portare a dimostrazione dell’attualità e dell’originalità di questi articoli, ma è forse meglio rimandare il lettore alla loro lettura che ci è ora finalmente possibile.

 

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L’avvenire-della-Globalizzazione-Scritti-giornalistici-_1969-79_-Ugo-Spirito

Il libro → L’avvenire della Globalizzazione. Scritti giornalistici (1969-79)

 


 

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