Vincitore Premio Acqui Storia 2022

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Il Garbuglio diplomatico

 

Il Garbuglio diplomatico. L’Italia tra Francia e Prussia nella guerra del 1866 di Carlo M. Fiorentino è il volume vincitore per la sezione storico-scientifica della 55^ edizione del Premio Acqui Storia 2022.

 

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La cerimonia di premiazione della 55^ edizione dell’Acqui Storia avrà luogo al Teatro Ariston di Aqui Terme sabato 15 ottobre 2022 alle ore 17,00.

Come da regolamento, i libri vincitori dell’Acqui Storia 2022 vengono dotati della fascetta e dicitura Vincitore Premio Acqui Storia 2022.

 

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Il Premio Acqui Storia fu istituito nel 1968 per ravvivare e onorare il ricordo della Divisione Acqui e del suo sacrificio, consumatosi nel settembre 1943 nelle isole ioniche di Cefalonia e Corfù, ma anche per diffondere la consapevolezza che la ricerca storica è uno dei fondamenti del progresso morale, culturale e sociale della nazione. Il riconoscimento si rivolge ad opere a stampa di argomento storico, non solamente alla storiografia scientifica, ma anche a saggi che, con un approccio divulgativo e di narrazione storica, cercano di avvicinare il più ampio pubblico dei non specialisti alle tematiche della storia contemporanea. Il Premio prevede tre sezioni: sezione storico scientifica, sezione storico divulgativa e la sezione dedicata al romanzo storico.

Luni Editrice si è aggiudicata la vittoria nel 2019  per la sezione storico-scientifica con: “Prove tecniche di rivoluzione. L’attentato a Togliatti, luglio 1948di Giuseppe Pardini e la manifestazione ha insignito nel 2018, il Maresciallo Antonio Brunetti, autore de: “I 31 uomini del Generale” il riconoscimento speciale di Testimone del Tempo.

 

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Il Garbuglio diplomatico

Il libro: Il Garbuglio diplomatico. L’Italia tra Francia e Prussia nella Guerra del 1866

 

 

Il Garbuglio diplomatico. L’Italia tra Francia e Prussia nella guerra del 1866

 

L’autore analizza un periodo storico estremamente complesso, che ha gettato le basi per quella che è l’attuale struttura politica e territoriale dell’Europa.

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La guerra del 1866 dell’Italia alleata della Prussia contro l’Austria è ricordata per le sconfitte di terra a Custoza (24 giugno) e di mare a Lissa (20 luglio).

Alla loro origine stava il modo con cui il governo presieduto fino alla vigilia della guerra dal generale La Marmora, a capo anche del Ministero degli Esteri, aveva condotto le trattative diplomatiche con la Francia.

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La Marmora e ancor più il ministro italiano a Parigi, Nigra, furono irretiti da Napoleone III. Questi aveva spinto l’Italia ad allearsi con la Prussia e nello stesso tempo sostenuto l’Austria contro la sua rivale tedesca, ingiungendo surrettiziamente all’Italia stessa di non combattere con determinazione.

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Dopo Custoza l’esercito italiano, che aveva subito perdite inferiori a quelle austriache, ripassò il Mincio e fu per oltre due settimane come paralizzato; mentre il generale Cialdini, che aveva condiviso con La Marmora, capo di Stato Maggiore, dimessosi alla vigilia della guerra dalle cariche governative, la responsabilità delle operazioni militari, tardò ad attraversare come nelle attese il Po e dar battaglia all’esercito austriaco.

La pace di Praga del 24 agosto tra Austria e Prussia consentì a quest’ultima, vincitrice il 3 luglio a Sadowa, di raggiungere i suoi obiettivi territoriali ed egemonici sulla Germania, frustrando Napoleone III, che intendeva lucrare territori lungo il Reno in seguito al suo intervento di mediazione del 4 luglio.

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La pace di Vienna del 3 ottobre dell’Italia con l’Austria, se consentì alla prima di ottenere il Veneto, amareggiò l’opinione pubblica nazionale per il modo con cui avvenne la cessione di Venezia: non direttamente dall’Austria, ma dalla Francia, che l’aveva ricevuta in pegno della sua mediazione. A ciò si doveva aggiungere la delusione per la mancata unione all’Italia del Trentino e delle terre giuliane.

Un quadro esaustivo e approfondito che permette al lettore di avere una visione precisa e completa dell’Italia che si stava costruendo un posto tra le grandi potenze europee.

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Carlo M. Fiorentino, archivista e storico, ha lavorato all’Archivio di Stato di Roma e all’Archivio Centrale dello Stato.

Tra le sue pubblicazioni: Chiesa e Stato a Roma negli anni della Destra storica. 1870-1876. La soppressione delle Corporazioni religiose e il trasferimento della capitale (Roma 1996); All’ombra di Pietro. La Chiesa Cattolica e lo spionaggio fascista in Vaticano. 1929-1939 (Firenze 1999); La corte dei Savoia (1849-1900) (Bologna 2008); Angelo Sommaruga (1857-1941). Un editore milanese tra modernità e scandali (Firenze 2014); Amore e morte al tramonto della belle époque. Il delitto della contessa Trigona (Alessandria 2015); Eros, scrittura, politica. Gabriele D’Annunzio e Matilde Serao nella Roma umbertina (1881-1900), (Roma 2019).

 

 

 


 

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La casa editrice Luni nasce nel 1992 con lo scopo di diffondere le idee che animano la riflessione italiana rendendo disponibili e accessibili al pubblico italiano molti testi del mondo Orientale spesso introvabili.

 


Premio Aqui Storia

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