Voltaire e Casanova
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Articolo tratto da il Sole 24Ore
Armando Torno
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N el 1760 Giacomo Casanova, aiutato dal denaro della marchesa d’Urfé (cultrice di magia e discepola dell’alchimista Benoit de Maillet, noto come Taliamed), viaggia in Olanda, Germania, Svizzera. Nel luglio si reca da Voltaire. Il filosofo, 66 anni, si è ritirato a Ferney, sita in territorio francese a pochi passi dal confine elvetico.
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Il “patriarche”, insomma, può fuggire in fretta nel caso da Parigi giunga qualche condanna; al tempo stesso evita di risiedere a Ginevra, patria del detestato Rousseau.
La visita del libertino al principe degli illuministi è descritta nella Storia della mia vita, miniera di emozioni che sedusse scrittori come Stendhal o Kafka, finalmente tradotta in edizione integrale da Serafino Balduzzi. Ora sono usciti 115° e il 6° torno dei io previsti dall’editore Luni.
Si basa sull’ultima Pléiade (3 volumi apparsi tra il 2013 e il 2015) e presenta il testo di Casanova per la prima volta senza modifiche.
È trascritto con criteri fedeli: preserva l’impaginazione, la punteggiatura e gli italianisrni presenti nella stesura originale. Il libertino, dinanzi al “patriarche”, esclama: «È il momento più felice della mia vita: finalmente vedo il mio maestro. Sono vostro allievo da vent’anni, signore».
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E il filosofo: «Fatemi questo onore per altri vent’anni. Però, alla fine, mi raccomando, decidetevi a sborsare la retta». Al di là delle battute, due spiriti eccezionali si confrontano. Voltaire gli parla subito di Algarotti; anzi ricorda a Casanova, se mai lo incontrasse, che aspetta le «sue lettere dalla Russia» e che può mandargliele «attraverso il banchiere Bianchi di Milano». Nei loro discorsi si moltiplicano i personaggi e, dopo considerazioni sul sonetto, entrano in scena Tasso e Ariosto.
Di quest’ultimo Voltaire conosce intere parti dell’Orlando furioso a memoria Discutono di autori latini, di Newton, del governo di Venezia, di altro.
Casanova accompagna in camera Voltaire «a cambiarsi la parrucca e la berretta antiraffreddore» e nota su un tavolo la Summa di San Tommaso e la Secchia rapita di Tassoni, che per il filosofo è «l’unico poema tragicornico italiano».
L’incontro è cultura allo stato puro: riflesso di un mondo di giganti, non di letterati da operetta.
Usciamo in punta di piedi da Femey, ricordando che la Summa notata da Casanova è quella stampata a Lione nel 1738. La notizia si ricava consultando il rarissimo e ponderoso volume Biblioteca di Voltaire, edito dall’Accademia delle Sdenze dell’Urss nel 1961. Qui si comprendono i suoi percorsi di studio, anche sui testi patristici e scolastici.
E la ragione per cui avrebbe replicato a chi gli chiedeva se leggesse i Padri della Chiesa: «Sì, ma me la pagheranno».
Il libro: → Storia della mia vita vol. 5. Le donne, Voltaire
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Luni Editrice ha in corso la traduzione integrale della Storia della mia vita di Giacomo Casanova
La casa editrice Luni nasce nel 1992 con lo scopo di diffondere le idee che animano la riflessione italiana rendendo disponibili e accessibili al pubblico italiano molti testi del mondo Orientale spesso introvabili.
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